Chi sono Sara e Andrea: i due alpinisti intrappolati da giorni in montagna in attesa dei soccorsi
Al momento dell'SOS i due avevano comunicato: "C'è troppa nebbia, non vediamo nulla, abbiamo perso l'orientamento".
Non è finito l’incubo per la coppia bloccata sul massiccio del Monte Bianco. In montagna, infatti, il maltempo continua a attanagliare gli alpinisti bloccati da giorni. Il maltempo sta impedendo ai soccorritori di raggiungere i due alpinisti italiani, Sara Stefanelli e Andrea Galimberti.
Sara è di origine ligure, Andrea è lombardo, in comune la passione per la montagna. I due avevano lanciato un SOS sabato pomeriggio, 7 settembre, segnalando di essere bloccati a circa 4.600 metri di altitudine. La coppia aveva segnalato anche di trovarsi in serio pericolo di vita a causa del rischio di ipotermia.
“A causa delle condizioni meteo avverse, non ci sono stati progressi nelle operazioni di soccorso”, hanno comunicato le autorità che lavorano in montagna, a Chamonix, sul versante francese. Anche le ricerche di altri due alpinisti, questa volta coreani, dispersi dallo stesso giorno su quello che viene definito, non impropriamente, “tetto d’Europa”, sono attualmente impossibili.
I soccorritori francesi sono in costante coordinamento con il Soccorso Alpino della Valle d’Aosta. Si attende che le condizioni meteorologiche migliorino sensibilmente per consentire agli elicotteri di decollare da entrambi i versanti del Monte Bianco. Al momento, a Chamonix piove incessantemente da lunedì, mentre sul versante italiano, a Courmayeur, il meteo è leggermente più quieto. Sulla vetta del Monte Bianco, però, è previsto maltempo per tutto il giorno. Per questo resta impossibile qualsiasi intervento, sia aereo che via terra.
Durante la notte, al Colle Major, a 4.750 metri di altitudine, la temperatura è scesa oltre i -12 gradi. La speranza è che i due alpinisti siano riusciti a ripararsi dal freddo estremo e dalla tormenta scavando un rifugio nella neve. I due alpinisti, confidando nella loro esperienza, potrebbero aver ricavato un riparo in un crepaccio. Il rifugio più vicino, Capanna Vallot, si trova a 4.362 metri di altitudine. I telefoni dei due alpinisti, però, risultano spenti.
Al momento dell’SOS i due avevano comunicato: “C’è troppa nebbia, non vediamo nulla, abbiamo perso l’orientamento. Rischiamo di morire congelati”. Queste le ultime parole prima che i loro telefoni rimanessero inesorabilmentw spenti.