È morta Vera Hrabankova

Una vita vissuta pienamente e senza rimpianti quella di Vera Hrabankova. Alla morte del marito disse: "Il suo lavoro appartiene alla letteratura, il suo corpo appartiene a me"

Una storia romantica che sembra uscita dalle pagine di un romanzo è giunta alla sua inevitabile conclusione. A Parigi, lo stesso luogo dove il marito Milan Kundera si è spento lo scorso 11 luglio, Véra Hrabankova, è scomparsa all’età di 89 anni.

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Una vita intensa e farcita di letteratura quella di Vera Hrabankova: si è spenta a 89 anni

La notizia, annunciata in una nota ufficiale dall’ambasciatore della Repubblica Ceca in Francia, Michal Fleischmann. Il comunicato sottolinea l’importanza di Véra nel mantenere vivo il ricordo del marito:

“La signora Věra Kunderová ha mantenuto vivo il ricordo del famoso scrittore franco-ceco fino all’ultimo momento. Durante gli ultimi anni della sua vita, è stata il suo sostegno incrollabile e la sua amorevole infermiera”.

Un ruolo discreto ma essenziale, vissuto nell’ombra di una delle figure più influenti della letteratura contemporanea. Véra, mai silenziosa, con grande forza d’animo e abilità intellettuale, ha alimentato il genio di Kundera e gli ha permesso di continuare a scrivere fino agli ultimi anni.

Nata a Bruntál in una modesta famiglia, ha conosciuto Kundera negli anni ’60. Al tempo era una giovane conduttrice televisiva emergente, dopo che il poeta Maksim Gor’kij l’aveva notata in una radio locale. La loro storia d’amore, segnata da una profonda complicità, ha sfidato le convenzioni e le avversità del tempo. Si sposarono segretamente nel 1967, un evento che Véra, con il suo abituale senso dell’umorismo, ricordava vagamente, quasi minimizzandolo:

“Questo matrimonio non ha alcuna importanza. Lo abbiamo fatto solo per poter dormire nella stessa stanza”.
Milan Kundera

La loro vita coniugale ha attraversato le burrasche della storia, come la “Primavera di Praga” del 1968. Véra fu licenziata dalla televisione cecoslovacca per le sue posizioni critiche verso il regime comunista. In seguito, la coppia emigrò a Parigi, dove avrebbe vissuto per il resto della loro vita. Véra e Milan costruirono un rifugio, una sorta di esilio volontario che non li avrebbe mai realmente allontanati dalle loro radici ceche. Parigi divenne il loro spazio di libertà creativa, dove Kundera continuò a scrivere i romanzi che lo resero celebre in tutto il mondo, come L’insostenibile leggerezza dell’essere e Il libro del riso e dell’oblio.

La loro unione era tanto professionale quanto personale, un’alchimia che si riflette anche nell’ultimo desiderio condiviso: il ritorno a Brno, città natale di Kundera. Fleischmann ha annunciato che le loro urne saranno trasferite lì, per riposare insieme nella terra che non li ha mai abbandonati. Qui si trova la Biblioteca Milan Kundera, un progetto di cui Véra è stata promotrice instancabile, uno spazio che raccoglie non solo i lavori dello scrittore ma anche il suo spirito.

Véra Hrabankova, come racconta la giornalista francese Ariane Chemin nel libro Nome in codice: Elitar I. Sulle tracce di Milan Kundera, ha vissuto un’esistenza che avrebbe potuto ispirare uno dei romanzi di suo marito. Da cameriera in una stazione ferroviaria a star della televisione, per finire a paladina della letteratura. Nel libro di Chemin, si ripercorre non solo la storia di Milan, ma anche quella di Véra, della loro passione, delle loro battaglie.

Kundera

Con la scomparsa di Véra Hrabankova, si perde una donna che, con la sua intelligenza e la sua dedizione, ha saputo accompagnare e ispirare uno dei più grandi scrittori del nostro tempo. Come ha sottolineato Fleischmann nel suo comunicato, la Repubblica Ceca perde colei che ha preservato fino all’ultimo respiro la memoria e l’opera di Milan Kundera.