“Ha incontrato i nonni” Strage di Paderno, il 17enne ha avuto un confronto con loro: cos’è successo
Tragedia a Paderno: i nonni incontrano il nipote in carcere, un gesto di sostegno e amore in un momento di profondo dolore.
La strage avvenuta a Paderno Dugnano, nel Milanese, ha scosso profondamente la comunità locale. Nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre, un ragazzo di 17 anni ha assassinato il padre, Fabio Chiarioni, la madre, Daniela Albano, e il fratello di 12 anni, Lorenzo, con un coltello. L’atto violento ha lasciato senza risposta molte domande e ha provocato una reazione di shock e dolore tra i familiari e gli amici delle vittime.
Nei giorni successivi all’omicidio, il giovane è stato arrestato e detenuto presso il carcere minorile Beccaria di Milano. Nonostante la gravità dei fatti e l’assenza di un movente chiaro, i nonni del ragazzo hanno manifestato il loro desiderio di sostenerlo. Hanno richiesto ripetutamente di incontrarlo, sottolineando la loro intenzione di non abbandonarlo, ma di essere al suo fianco in questo momento difficile. Cinque giorni fa, il Tribunale per i minorenni di Milano ha autorizzato l’incontro tra il 17enne e i suoi nonni, accogliendo la richiesta della difesa e il consenso di tutte le parti coinvolte.
Questo incontro, che ha avuto luogo nel carcere minorile Beccaria, è stato descritto come particolarmente emotivo. Il ragazzo e i suoi nonni hanno condiviso un momento di lacrime, silenzi e parole cariche di sentimento. Dopo questo incontro, il giovane è stato trasferito al carcere minorile di Firenze, segnando una nuova fase del suo percorso giudiziario. Durante l’interrogatorio, il ragazzo aveva espresso un profondo malessere e un senso di estraneità dal mondo, ma non aveva fornito un movente chiaro per l’omicidio della sua famiglia.
La difesa, guidata dall’avvocato Amedeo Rizza, ha richiesto una consulenza psichiatrica per valutare se il giovane avesse un vizio di mente al momento dei fatti. Questo passo è fondamentale per stabilire la sua responsabilità penale. Inoltre, la difesa contesta l’aggravante della premeditazione, che è invece sostenuta dalla procuratrice facente funzione per i minori di Milano, Sabrina Ditaranto, e dalla pm Elisa Salatino, e confermata dal giudice per le indagini preliminari, Laura Pietrasanta.