“Cosa ci ha detto prima di morire” Le ultime parole di Totò Schillaci ai figli
Le parole di Jessica Schillaci in ricordo del padre
Jessica Schillaci è tornata a parlare degli ultimi giorni di vita del padre Totò, momenti che ne rimarranno per sempre impressi nel cuore e nella mente. La ragazza ha parlato della sofferenza che lo ha accompagnato fino all’ultimo minuto, ma anche della grande voglia di non arrendersi mai.
Ecco cosa ci ha raccontato questa splendida ragazza.
Il ricordo di Totò Schillaci: oggi i funerali del calciatore
Oggi sarà una giornata davvero molto toccante per tutti i cittadini di Palermo e per coloro che hanno sempre amato il calcio. Oggi verranno infatti celebrati i funerali del grandissimo Totò Schillaci, un calciatore italiano che purtroppo è morto a 59 anni a seguito di una brutta malattia.
La sua famiglia ha sperato fino all’ultimo nel miracolo, ma purtroppo le sue condizioni erano troppo compromesse per comportare un segnale positivo. Descritto come un uomo semplice e generoso, Totò non amava solamente il suo lavoro, ma ancor di più e prima di tutto i suoi figli.
Questi sono scossi dal dolore e non fanno altro che pensare agli ultimi momenti di vita che hanno potuto condividere con il loro genitore. A parlare oggi la secondogenita del calciatore, Jessica Schillaci, che ha voluto parlare degli ultimi attimi al fianco del suo papà.
Jessica Schillaci ricorda suo padre
Jessica Schillaci, così come i suoi fratelli, aveva un bellissimo rapporto con il padre, motivo per il quale ha deciso di accompagnarlo in questo lungo viaggio fino all’ultimo respiro. La ragazza ha raccontato di aver preso delle ferie a luglio per trascorrere del tempo con il padre.
In quel periodo hanno fatto molte cose insieme, ma già si poteva notare la fatica dell’uomo anche nel portare a termine cose semplici. È proprio in quel momento che la ragazza si è resa conto di come il genitore stesse giocando una partita alla quale era destinato a perdere, ma che nonostante tutto non gli ha mai tolto la determinazione di volerci provare.
La malattia è durata almeno tre anni e mezzo e purtroppo nell’ultimo periodo le metastasi si erano insidiate nella parte cervicale, andando ad incidere anche su altre caratteristiche del fisico e del corpo. Dolore immane che purtroppo non potrà mai essere scacciato.
Lui voleva vivere per me, per i suoi figli e fino all’ultimo lo ha dimostrato. Abbiamo parlato, abbiamo scherzato finché è stato possibile abbiamo ricordato i momenti più belli delle nostre vite, quelli che non si potranno mai dimenticare e che nessuna morte potrà mai portarmi via. È stato un eroe, ma per me era solo un padre. Certamente non è stato facile dirgli addio.