“Sono immortale” ma finisce male per Luca Nicchetto: aveva 32 anni, lascia due figli
Non è chiaro se il 32enne sia riuscito a chiedere aiuto o se il silenzio prolungato, a un certo punto, abbia allarmato i genitori.
Qualcuno può anche definirsi “immortale”, poi però la realtà è sempre inevitabilmente e drammaticamente diversa. Così, infatti, si era definito il 32enne Luca Nicchetto, scrivendo sui social e rispondendo con un tono ironico a un amico su Facebook. Il giovane, purtroppo, è deceduto in seguito a un episodio che, però, è tutto da chiarire.
L’amico sui social lo aveva salutato con la frase: “Sei ancora vivo, sì?”, per questo il 32enne su Facebook aveva risposto con quell’epiteto quasi spavaldo, orgoglioso, appunto, da immortale. Un commento probabilmente arrivato in seguito a un’assenza prolungata dai social, come può capitare, anche spesso. Per alcuni è un momento “detox”, per altri semplice indifferenza allo scrolling sulle home dei social.
Il commento dell’amico sul profilo del giovane arriva dopo un lungo silenzio nei contatti, a cui Luca aveva replicato con la sua grande sicurezza. Senza dubbio, tale risposta era segno di una forte voglia di esserci, di andare avanti. Non poteva fermarlo le difficoltà della vita, i normali ostacoli che molti affrontano per una ragione o per un’altra.
Il cammino del giovane, però, si è tragicamente interrotto all’età di soli 32 anni, durante la notte tra lunedì e martedì. Luca si trovava a casa dei suoi genitori, a Valli di Chioggia (Venezia), quando si è sentito male. Un malore improvviso se l’è portato via per sempre.
Non è chiaro se il 32enne sia riuscito a chiedere aiuto o se il silenzio prolungato, a un certo punto, abbia allarmato i genitori, spingendoli a chiamare i soccorsi. Ciò che le fonti raccontano è che l’ambulanza del Suem, giunta in seguito alla chiamata al 118, non ha potuto fare altro che constatare il decesso del giovane.
Soprannominato “Kjller” sui social, il 32enne Luca Nicchetto era il fratello di Jacopo, ex carabiniere coinvolto in una drammatica rapina avvenuta nove anni fa in un centro commerciale nel napoletano. In quell’episodio, che era finito nel peggiore dei modi con una sparatoria che causò un morto e nove feriti, portò alla condanna all’ergastolo di Jacopo e del suo collega. La famiglia, dunque, resta segnata profondamente dal dolore e dalle pessime vicende. Lascia due figli.