Perde la vita mentre è a scuola, il dolore del papà di Tommaso e l’ultimo messaggio inviato dal ragazzo a sua mamma
Il padre di Tommaso racconta come scoprì la patologia di Tommi. "Ci siamo accorti che qualcosa non andava"
Certi eventi lasciano un dolore immenso e, talvolta, anche un rammarico grande, grandissimo che è difficile lasciarsi alle spalle. Per oltre due anni e mezzo, Tommaso Bisciari, chiamato “Tommi” da chi gli voleva bene, ha atteso che un trapianto di cuore potesse migliorargli per sempre la vita. Non è stato così.
Purtroppo, il cuore non è mai arrivato e l’attesa è stata vana per una vita troppo breve che è tata spezzata amaramente così, a scuola. A soli 14 anni, il ragazzo iscritto al primo anno dell’Istituto Olivetti di Fano, è venuto a mancare mentre era a scuola. Tommaso, infatti, soffriva di una patologia congenita diagnosticata alcuni anni fa, condizione che, però, non ha aspettato.
Martedì mattina, appena pochi istanti dopo aver inviato un ultimo messaggio rassicurante alla sua mamma, la patologia al cuore di cui soffriva ha avuto la meglio su Tommaso, portandolo via in pochi minuti.
A ripercorrere quella lunga attesa carica di speranza è stato proprio il papà, Luca Bisciari, che ha raccontato al ‘Resto del Carlino’ le prospettive e le attese della famiglia. Il padre di Tommaso racconta come scoprì la patologia di Tommi. “Ci siamo accorti che qualcosa non andava quando, andando in bicicletta, nostro figlio si affaticava troppo, aveva il fiato corto”.
Dai controlli medici è emerso che il cuore di Tommaso soffriva di una rara condizione che rendeva le sue cellule più rigide, una situazione che inevitabilmente influiva sulla capacità di pompare il sangue correttamente. “Le sue condizioni non gli permettevano di fare grandi sforzi,” rivela il padre. Nonostante la malattia, però, Tommi cercava di condurre una vita il più normale possibile. Era un ragazzino, d’altronde, pieno di vita, speranze, gioie e voglia di giocare.
Il ragazzo coltivava la sua passione per la tecnologia e i videogiochi. “Pensava spesso al futuro, a cosa avrebbe voluto fare da grande. A volte ci diceva che gli sarebbe piaciuto diventare farmacista,” ha ricordato con affetto il papà di Tommaso. La speranza di un trapianto al Sant’Orsola di Bologna era un momento possibile ma incerto, ovviamente legato alla disponibilità di un donatore compatibile. Non si sapeva quando avrebbero chiamato la famiglia, dato che non è facile trovare disponibilità di un cuore. Mamma Laura e gli altri due figli, insieme a tutta la famiglia, hanno aspettato anni, ma purtroppo, il tempo e la malattia non sono stati affatto alleati.