“Quando ho capito che qualcosa non andava” parla la mamma della piccola Sofia, la neonata rapita a Cosenza
La madre di Sofia, neonata rapita in clinica da una falsa infermiera, racconta il terrore vissuto e l'emozione del ritrovamento, mentre indagini proseguono su complici e modalità del rapimento.
Il rapimento di una neonata dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza ha scosso la comunità locale, portando a momenti di angoscia e, successivamente, a una gioia indescrivibile quando la piccola Sofia è stata ritrovata. La madre della neonata racconta la sua esperienza, evidenziando il terrore vissuto durante il rapimento e la felicità al ricongiungimento con sua figlia. Il caso ha suscitato grande attenzione e interesse, non solo per la drammaticità degli eventi, ma anche per le modalità attraverso cui si è svolto il crimine.
Il rapimento e il ritrovamento di Sofia
La vicenda di Sofia è iniziata il giorno successivo alla sua nascita, quando una donna di nome Rosa Vespa, travestita da infermiera, ha approfittato della situazione per portarla via dall’ospedale. La madre della neonata, rendendosi conto di quanto stava accadendo, ha subito avvertito il personale della clinica. “Dopo circa venti minuti, ho capito che quella donna non era chi diceva di essere”, ha spiegato la madre. La situazione si è fatta critica, e i genitori hanno vissuto momenti di profonda angoscia. La Squadra Mobile di Cosenza è stata immediatamente allertata e ha avviato le ricerche, esaminando le telecamere di sorveglianza che hanno ripreso Rosa Vespa mentre lasciava la clinica con la neonata in braccio.
Le indagini hanno portato gli agenti a casa della donna, dove erano in corso festeggiamenti per il presunto arrivo di una nuova vita. La scoperta dell’orrenda verità ha colto di sorpresa amici e parenti. Rosa Vespa, 51 anni, aveva ingannato tutti per mesi, simulando una gravidanza e annunciando di aver partorito tramite un post sui social. Il marito, Acqua Moses, 43 anni, è stato trovato con lei e attualmente entrambi sono in stato di fermo in attesa di chiarimenti da parte delle autorità.
La testimonianza della madre di Sofia
La madre di Sofia ha descritto il momento del ritrovamento come un’esperienza liberatoria. “Quando ho sentito che la mia piccola era stata ritrovata, ho ricominciato a respirare”, ha affermato. La gioia di riavere la figlia tra le braccia è stata immensa, ma il ricordo dell’angoscia vissuta rimarrà per sempre impresso nella sua mente. La madre ha anche rivelato che intende raccontare alla figlia cosa è successo solo quando sarà più grande, per proteggerla da un’esperienza traumatica.
Inoltre, ha condiviso il suo desiderio di tatuarsi i giorni significativi per la sua famiglia sulla pelle, per ricordare non solo la nascita di Sofia, ma anche il giorno del suo ritrovamento. La madre ha espresso la volontà di tornare a gioire e di lasciarsi alle spalle la paura e l’angoscia di quei momenti drammatici.
Le indagini in corso
La Squadra Mobile di Cosenza continua a investigare sul caso, cercando di chiarire se Rosa Vespa avesse dei complici nel suo piano. La presenza del marito, che l’aspettava all’esterno della clinica, ha sollevato ulteriori interrogativi. Le autorità stanno analizzando le registrazioni delle telecamere di sicurezza per comprendere meglio la dinamica del rapimento e il coinvolgimento di altre persone.
Rosa Vespa e Acqua Moses sono attualmente detenuti e saranno interrogati nei prossimi giorni. Gli investigatori sono al lavoro per raccogliere tutte le prove necessarie a costruire un quadro chiaro della situazione. La comunità rimane in attesa di sviluppi, mentre la storia di Sofia continua a far discutere e a suscitare emozioni forti tra i cittadini di Cosenza.