“Volevo solo fermarlo” le prime parole di Edoardo Borghini, l’uomo che ha ucciso il figlio Nicolò a Ornavasso dopo una lite
Edoardo Borghini, 63 anni, in carcere per omicidio aggravato dopo aver ucciso il figlio Nicolò durante una lite familiare. L'interrogatorio ha rivelato la sua intenzione di fermare la furia del giovane.
Il caso di Edoardo Borghini, arrestato per l’omicidio del figlio Nicolò, continua a suscitare grande interesse. Il dramma familiare si è consumato a Ornavasso, dove il 63enne ha sparato al figlio di 34 anni in un’azione che ha sollevato interrogativi sulla dinamica dell’evento e sulle motivazioni che hanno portato a tale tragedia. Oggi si è svolto l’interrogatorio di garanzia, durante il quale sono emerse dettagli cruciali riguardo alla vicenda.
Dettagli dell’interrogatorio di garanzia
Si è tenuto oggi l’interrogatorio di garanzia di Edoardo Borghini, che si trova in carcere da tre giorni dopo aver sparato al figlio Nicolò. L’udienza, durata oltre quattro ore, si è svolta presso il carcere di Verbania, e ha visto la partecipazione del giudice per le indagini preliminari Rosa Maria Fornelli e della pubblica accusa Laura Carrera. Durante il colloquio, l’uomo ha risposto a tutte le domande poste dagli inquirenti, tramite il suo avvocato Gabriele Pipicelli.
Nel corso dell’interrogatorio, è stato ipotizzato il reato di omicidio aggravato, data la relazione familiare tra il padre e il figlio. La pubblica accusa ha richiesto la conferma della misura cautelare in carcere, citando il rischio di reiterazione del reato e possibili manomissioni delle prove. Secondo quanto riportato dal legale, le dichiarazioni di Edoardo sono risultate coerenti e non contraddittorie rispetto a quanto già dichiarato la notte dell’omicidio, quando si era consegnato ai carabinieri.
La dinamica dell’omicidio e le dichiarazioni del padre
Secondo la ricostruzione degli eventi, il padre ha dichiarato di non voler uccidere il figlio, ma di aver tentato di fermare la furia di Nicolò, che stava aggredendo la madre. Quest’ultima ha riportato traumi al capo, come attestato dai medici intervenuti sul posto. Durante l’interrogatorio, Edoardo avrebbe dichiarato: “Io sono già morto”, esprimendo un profondo stato di angoscia per quanto accaduto.
Nicolò è stato colpito da due proiettili sparati da un fucile da caccia, regolarmente detenuto dal padre. Per comprendere appieno la dinamica dell’accaduto, saranno effettuate perizie balistiche e un’autopsia, il cui incarico sarà conferito il 27 gennaio. Gli eventi sono accaduti in un contesto di tensioni familiari, scoppiate dopo che il giovane era rincasato da una serata con amici, trovando il portone del garage chiuso, il che ha innescato una lite.
Le conseguenze legali e le richieste della difesa
La situazione legale di Edoardo Borghini è complessa. L’avvocato ha presentato richiesta di scarcerazione per il suo assistito, sostenendo che la misura cautelare dovrebbe essere rivista alla luce delle dichiarazioni e della situazione familiare. In caso di rifiuto della scarcerazione, la difesa ha chiesto di considerare l’assegnazione di domiciliari come alternativa. Le indagini sono in corso e i prossimi sviluppi saranno cruciali per comprendere la responsabilità legale di Borghini e il contesto in cui si è consumata questa tragedia familiare.