Tragedia del Natisone, arriva la svolta a quasi un anno dalla tragedia: cosa è emerso
Chiusura delle indagini sulla tragedia del Natisone, in cui tre giovani sono morti annegati a causa di imperizia e negligenza durante le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco.
Le indagini sulla tragedia del Natisone, avvenuta il 31 maggio, si sono concluse con la notifica della Procura della Repubblica di Udine. L’incidente ha portato alla morte di tre giovani, Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, travolti dalla violenta piena del fiume. Questo evento ha suscitato un forte interesse pubblico, non solo per la sua drammaticità, ma anche per le circostanze che hanno circondato i soccorsi e le modalità operative degli enti coinvolti. La chiusura delle indagini segna un passo importante verso la comprensione degli eventi che hanno portato a questa tragica perdita di vite umane.
Chiusura delle indagini e indagati
Oggi, la Procura di Udine ha ufficialmente chiuso le indagini riguardo alla tragedia del Natisone, notificando la conclusione ai legali dei quattro indagati. Tra questi ci sono tre vigili del fuoco e un infermiere, accusati di omicidio colposo. Gli indagati sono Andrea Lavia, di 60 anni, Luca Mauro, di 49 anni, ed Enrico Signor, di 58 anni, tutti pompieri operanti nella sala operativa durante il salvataggio dei tre ragazzi. L’infermiere indagato è Michele Nonino, di 40 anni, che operava nella centrale Sores di Palmanova. Secondo le indagini, la loro condotta sarebbe stata caratterizzata da imperizia, negligenza e imprudenza, che avrebbero portato alla morte dei tre giovani, sorpresi da una piena improvvisa mentre si trovavano sul greto del fiume Natisone.
Dettagli dell’agonia e tempistiche di soccorso
Le indagini rivelano che l’agonia dei ragazzi è durata circa 41 minuti, un lasso di tempo che gli inquirenti ritengono sufficiente per attivare un intervento di soccorso aereo. La prima richiesta di aiuto è stata effettuata da una delle vittime alle 13.29, mentre il decesso per annegamento è avvenuto intorno alle 14.10. Le indagini si sono concentrate sulle azioni dei vigili del fuoco, che avrebbero omesso di localizzare immediatamente il punto in cui si trovavano i ragazzi. Questo errore ha impedito un intervento efficace con l’elicottero più vicino. L’elicottero sanitario, denominato ‘Doppio India’, è decollato solo alle 14.07 ed è arrivato sul posto alle 14.13, quando i ragazzi erano già stati trascinati dalla corrente per circa tre minuti. Al contrario, i pompieri hanno richiesto l’intervento di un elicottero diverso, nonostante la situazione richiedesse un’azione più tempestiva.
La tragedia del Natisone e il contesto
Il tragico evento del Natisone è avvenuto nel primo pomeriggio del 31 maggio dell’anno scorso, quando i tre giovani, Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, stavano scattando fotografie vicino al fiume, gonfiato dalle recenti piogge. Sorprendentemente, la piena del fiume li ha bloccati inizialmente su un isolotto, ma successivamente li ha travolti, portandoli a una morte imminente. I loro corpi sono stati ritrovati solo dopo diversi giorni, sollevando interrogativi sulle tempistiche e le modalità dei soccorsi. Le indagini hanno avuto come obiettivo non solo le modalità di intervento, ma anche le procedure adottate dai soccorritori e le eventuali mancanze nel rispetto dei protocolli di emergenza, che potrebbero aver contribuito a questa tragedia.