Bimba uccisa da pitbull ad Acerra: quello che hanno scoperto gli inquirenti sulla casa mette nei guai il papà
La casa della bimba di 9 mesi uccisa da un pitbull ad Acerra è stata ripulita da familiari ignari prima del sequestro, mentre il padre nega di essere coinvolto nella pulizia.
Il tragico evento avvenuto ad Acerra ha destato grande attenzione e preoccupazione. La morte di una bambina di nove mesi, causata da un attacco del pitbull di famiglia, ha sollevato interrogativi sulle responsabilità e le misure di sicurezza da adottare. L’analisi delle circostanze che hanno portato a questa tragedia è fondamentale per comprendere meglio la situazione e le dinamiche familiari coinvolte.
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Il 20 febbraio 2025, si è appreso che la casa in cui si è verificato il dramma è stata ripulita prima del sequestro da parte delle autorità. Questo è avvenuto dopo un’ispezione della Polizia Scientifica, ma prima che l’appartamento fosse ufficialmente messo sotto sequestro. Secondo quanto dichiarato dall’avvocato del padre della bambina, il 24enne, la pulizia è stata effettuata da familiari che non erano a conoscenza della gravità della situazione e non avevano ricevuto istruzioni di non toccare nulla dopo l’incidente.
Dettagli sulla pulizia dell’abitazione
Le indagini hanno rivelato che la pulizia dell’appartamento avvenne probabilmente nella notte tra il 15 e il 16 febbraio, prima delle 8 del mattino. Le fonti indicano che la nonna della bimba, impressionata dalla vista del sangue, avrebbe chiesto di ripulire la stanza. Il padre, assistito dall’avvocato Luigi Montano, è attualmente indagato per omicidio colposo per omessa custodia e vigilanza del pitbull, ma secondo le dichiarazioni del legale, non sarebbe stato lui ad effettuare la pulizia. L’uomo si trovava in ospedale al momento del tragico evento e successivamente in commissariato per fornire la sua testimonianza alla Polizia.
Le dichiarazioni dell’avvocato
L’avvocato Luigi Montano ha chiarito la situazione in un’intervista a Fanpage.it, sottolineando che il padre della bambina non ha mai avuto l’opportunità di tornare nell’abitazione da solo. Dopo aver tentato di salvare la figlia in ospedale, è tornato a casa solo in compagnia delle forze dell’ordine per prelevare i cani e consegnarli all’ASL. Montano ha ribadito che la pulizia è stata effettuata da familiari che, ignari del sequestro imminente, hanno ritenuto di poter procedere senza problemi. La testimonianza del padre e la presenza della Polizia durante l’intera vicenda sono elementi chiave per chiarire le responsabilità e le circostanze di questo tragico evento.
La vicenda continua a svilupparsi, e la comunità attende ulteriori chiarimenti dalle autorità competenti. La sicurezza degli animali domestici e la responsabilità dei proprietari rimangono temi di grande importanza, specialmente alla luce di incidenti così gravi. Le indagini in corso determineranno le eventuali responsabilità e le misure necessarie per prevenire futuri eventi simili.