È morto Carmine Gallo

Carmine Gallo, ex super poliziotto coinvolto nell'inchiesta Equalize, è morto a 67 anni per infarto fulminante mentre era agli arresti domiciliari nella sua casa a Garbagnate Milanese.

Carmine Gallo è deceduto nella mattinata del 9 marzo nella sua residenza a Garbagnate Milanese. L’ex super poliziotto si trovava agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta denominata Equalize, che ha coinvolto diverse figure di spicco del mondo investigativo e politico.

La morte di Carmine Gallo

Nella mattina di domenica 9 marzo, Carmine Gallo, 67 anni, è morto nella sua abitazione nel Milanese. Secondo quanto riportato dall’avvocata Antonella Augimeri, Gallo ha subito un infarto fulminante. Le autorità competenti hanno disposto l’autopsia per accertare le cause del decesso. Gallo era in attesa di un’udienza davanti al Tribunale del Riesame, programmata per il 19 marzo, dove avrebbe dovuto discutere il ricorso presentato dalla Procura di Milano.

Il magistrato Francesco De Tommasi, che coordina le indagini, aveva sostenuto che Gallo dovesse essere detenuto in carcere, mentre il suo socio Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano, era agli arresti domiciliari. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari aveva stabilito misure più leggere per Gallo rispetto a Pazzali.

Il ruolo di Carmine Gallo nell’inchiesta Equalize

Gallo era considerato una figura centrale nell’organizzazione investigativa Equalize, di cui era cofondatore insieme a Pazzali. Le indagini sono iniziate nel 2022 e hanno rivelato la creazione di banche dati parallele, non autorizzate, che contenevano informazioni riservate e sensibili. Secondo le ricostruzioni, l’agenzia avrebbe sfruttato queste informazioni per influenzare cittadini e istituzioni, condizionando dinamiche imprenditoriali e procedure pubbliche.

I carabinieri del nucleo investigativo di Varese hanno accertato che Equalize ha avuto circa 400 clienti nel corso di due anni, molti dei quali richiedevano informazioni su dipendenti e concorrenti. Gallo, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, aveva ammesso di aver effettuato accessi non autorizzati alle banche dati della polizia, chiedendo favori a pubblici ufficiali. Tuttavia, ha negato di essere implicato nella gestione di una società dedita al dossieraggio illegale.

In totale, 68 persone sono state indagate nell’ambito di questo caso, con accuse che vanno dall’associazione a delinquere fino all’accesso abusivo a sistemi informatici. L’inchiesta ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati e alla protezione della privacy, ponendo domande sull’integrità delle istituzioni coinvolte.