Morte Chiara Poggi, perché Andrea Sempio non voleva sottoporsi al test del DNA: parla l’avvocato
Andrea Sempio, indagato per l'omicidio di Chiara Poggi, si è sottoposto a un test del DNA su ordine del giudice dopo iniziale rifiuto, sostenendo la necessità di una valutazione imparziale
Il caso di Chiara Poggi, la giovane assassinata nel 2007, continua a suscitare grande interesse mediatico e giuridico. Recentemente, Andrea Sempio, un uomo di 37 anni già indagato per l’omicidio, si è presentato presso la Caserma Montebello di Milano per sottoporsi a un test del DNA, imposto dall’autorità giudiziaria. La sua presenza è stata seguita da una massiccia affluenza di giornalisti, ma Sempio ha scelto di non rilasciare dichiarazioni, lasciandosi scortare dai carabinieri fino al taxi che lo ha riportato a casa.

Il legale di Sempio, Massimo Lovati, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai media, affermando che le prove in possesso della difesa sono già state archiviate. Lovati ha fatto riferimento a uno scontrino conservato per un anno, dichiarando che si tratta di “roba superata”. Inoltre, ha sollevato dubbi riguardo a presunti complotti, sostenendo che l’istruttoria è stata manipolata da investigatori e avvocati difensori di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, condannato per il suo omicidio. Secondo Lovati, Sempio non si sarebbe sottoposto volontariamente al test del DNA, poiché desiderava un’ordinanza da parte del giudice per le indagini preliminari, per garantire che il processo fosse condotto in maniera imparziale.
Il contesto del caso di Chiara Poggi
Il caso di Chiara Poggi è uno dei più controversi nella cronaca italiana. La giovane fu assassinata a Garlasco nel 2007, e da allora si sono susseguiti vari sviluppi, tra cui la condanna di Alberto Stasi, il suo fidanzato. L’omicidio ha scosso l’opinione pubblica e ha portato a un’attenzione mediatica senza precedenti. Negli anni, diverse indagini e consulenze hanno cercato di fare chiarezza sull’accaduto, ma la verità rimane ancora avvolta nel mistero. La recente riapertura del caso, dovuta a una nuova consulenza di un esperto in genetica, ha riacceso i riflettori sulla vicenda, portando alla luce nuove evidenze che potrebbero cambiare il corso delle indagini.
La consulenza ha suggerito una corrispondenza tra le tracce genetiche trovate sotto le unghie della vittima e il DNA di Andrea Sempio. Questo ha spinto le autorità a richiedere il test del DNA, ma Sempio inizialmente ha rifiutato, sollevando interrogativi sul perché di questa scelta. La posizione del suo legale, Massimo Lovati, è stata chiara: Sempio desiderava un’esecuzione del test in un contesto di maggiore trasparenza e imparzialità, lontano da pressioni esterne.
Le dichiarazioni del legale di Andrea Sempio
Massimo Lovati ha espresso preoccupazione riguardo alle modalità con cui è stata condotta l’indagine nel 2017. In particolare, ha parlato di una presunta macchinazione orchestrata dagli avvocati di Stasi, accusandoli di aver prelevato clandestinamente il DNA di Sempio. Questa accusa, se confermata, potrebbe avere gravi conseguenze sul già complesso e delicato svolgimento delle indagini.
Lovati ha sottolineato l’importanza di un’indagine equa e trasparente, affermando che non vorrebbe vedere ripetersi situazioni di manipolazione delle prove o delle testimonianze. Le indagini stanno continuando, e alcuni testimoni che conoscevano Chiara Poggi e i principali protagonisti della vicenda sono stati già ascoltati. La speranza è che queste nuove rivelazioni possano portare a una verità definitiva riguardo a uno dei casi più discussi della cronaca italiana.