Ictus, la causa della morte di Papa Francesco: sintomi e cause 

La morte di Papa Francesco, avvenuta per ictus cerebrale e collasso cardiocircolatorio, mette in luce il grave problema delle patologie cerebrovascolari, cause principali di decessi nel mondo

La recente morte di Papa Francesco ha riportato all’attenzione pubblica le patologie cerebrovascolari, una delle principali cause di decessi a livello globale. Il Papa, deceduto il 21 aprile 2025, è stato colpito da un ictus cerebrale, coma e collasso cardiocircolatorio irreversibile, come attestato dal certificato medico redatto dal professor Andrea Arcangeli, direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano. Questo documento, diffuso dalla Sala Stampa del Vaticano, ha certificato il decesso alle 7.35 del giorno indicato, specificando che il Papa era affetto da diverse patologie preesistenti, tra cui insufficienza respiratoria acuta, bronchiectasie, ipertensione e diabete di tipo II.

Il caso di Papa Francesco evidenzia l’urgenza di affrontare le malattie cerebrovascolari, che si configurano come una delle principali minacce per la salute pubblica. Secondo i dati, ogni anno si registrano circa 6,5 milioni di morti a causa di ictus nel mondo, rendendo questa condizione la seconda causa di morte globale e la principale causa di disabilità neurologica permanente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità hanno sottolineato che la rapidità d’intervento è cruciale per il recupero dei pazienti colpiti da ictus, ma per le forme emorragiche, il tempo a disposizione è spesso limitato.

Che cos’è un ictus e come colpisce il cervello

L’ictus cerebrale è una condizione medica grave che si verifica quando il flusso sanguigno verso il cervello viene interrotto, causando danni irreversibili alle cellule nervose. Questa interruzione può verificarsi a causa di due principali forme di ictus. L’ictus ischemico, che rappresenta l’80% dei casi, è causato da un’ostruzione arteriosa che impedisce il corretto afflusso di sangue al cervello. L’ictus emorragico, meno comune ma spesso mortale, si verifica quando un vaso sanguigno si rompe, causando emorragia cerebrale. Entrambe le forme di ictus possono manifestarsi improvvisamente e, se colpiscono aree vitali del cervello, possono portare a un decesso immediato.

I numeri e le statistiche sugli ictus

Le statistiche relative agli ictus sono allarmanti e rivelano la gravità della situazione a livello globale. Ogni anno, circa 6,5 milioni di persone perdono la vita a causa di un ictus, il che equivale a un decesso ogni dieci. Questa patologia è la seconda causa di morte nel mondo e la prima causa di disabilità neurologica permanente. La consapevolezza di questi dati è fondamentale per comprendere l’importanza della prevenzione e della rapida assistenza medica in caso di sospetto ictus. Secondo esperti, il recupero dipende in gran parte dalla velocità con cui vengono forniti i soccorsi. In particolare, per gli ictus emorragici, il tempo a disposizione per intervenire è spesso insufficiente.

Riconoscere i segnali d’allerta: il protocollo Fast

Per riconoscere i sintomi di un ictus in tempo utile, è fondamentale conoscere il protocollo Fast, un metodo di screening rapido e semplice. Questo protocollo prevede quattro passi: il primo è osservare se la faccia del soggetto si storce da un lato. In secondo luogo, si deve verificare se un braccio rimane abbassato quando entrambi vengono sollevati. Il terzo passo consiste nel controllare se la persona ha difficoltà a parlare in modo chiaro. Infine, se si nota uno di questi segnali, è imperativo contattare immediatamente i soccorsi. Altri sintomi da non sottovalutare includono un forte mal di testa improvviso, perdita di equilibrio e visione doppia.

Prevenzione degli ictus: come ridurre il rischio

La prevenzione degli ictus è un aspetto cruciale per ridurre l’incidenza di questa patologia. Gli specialisti concordano che adottare uno stile di vita sano può diminuire notevolmente il rischio. È fondamentale monitorare alcuni fattori di rischio, tra cui l’ipertensione arteriosa, il colesterolo, la glicemia, il fumo, la sedentarietà e il peso corporeo. Inoltre, la fibrillazione atriale non trattata rappresenta un importante fattore di rischio. Adottare abitudini alimentari equilibrate, praticare attività fisica regolare, gestire lo stress e sottoporsi a controlli medici periodici sono misure efficaci per mantenere un buon stato di salute e prevenire potenziali eventi cerebrovascolari.

Le dichiarazioni del neurologo su Papa Francesco

In merito alla morte di Papa Francesco, il professor Alessandro Padovani, presidente della Società italiana di neurologia, ha dichiarato che è probabile che il Papa abbia subito un ictus ischemico, colpito in un momento inaspettato. Secondo Padovani, in caso di ictus ischemico, il soggetto non avrebbe avuto il tempo di accorgersi della gravità della situazione, non avvertendo alcun dolore. Inoltre, è stato notato che molte morti improvvise si verificano durante la notte o nelle prime ore del mattino, come confermato dal professor Giorgio Sesti, docente di Medicina Interna presso l’Università Sapienza di Roma.