Chi era Angelito, il domestico strangolato nella villa dove lavorava: c’è il primo indagato
Un uomo di 61 anni è stato trovato strangolato nella villa di Milano dove lavorava come domestico, mentre un giovane intruso è stato arrestato in flagranza di reato.
Un tragico episodio ha scosso il centro di Milano, dove un uomo di 61 anni, di origini filippine, è stato trovato senza vita nella villa in cui lavorava come domestico. Il corpo della vittima, Angelito Acob Manansala, presentava segni evidenti di strangolamento, scatenando una serie di indagini da parte delle autorità. La scoperta è stata fatta dal proprietario della villa, un uomo di 52 anni, che è rientrato a casa dopo un viaggio di una settimana.

La ricostruzione dei fatti
Intorno alle 18:00, il proprietario ha varcato la soglia dell’appartamento, trovandosi di fronte a una scena raccapricciante: il domestico era ormai privo di vita, mentre un giovane sconosciuto stava rovistando nei cassetti dell’abitazione. Con prontezza, l’uomo ha chiuso la porta per intrappolare l’intruso e ha subito chiamato il numero di emergenza 112. Gli agenti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Milano sono intervenuti rapidamente sul luogo del delitto. Per fermare il sospettato, identificato come Dawda Bandeh, un cittadino gambiano di 28 anni con precedenti per violazione di domicilio, è stato necessario l’uso del taser. Dopo essere stato immobilizzato, il giovane è stato trasportato in ospedale per accertamenti e successivamente trasferito in carcere, in attesa di convalida del fermo per omicidio.
Il fascicolo aperto dalla Procura di Milano ipotizza il reato di omicidio volontario. Le autorità attendono ora il momento dell’interrogatorio di Bandeh, per comprendere se deciderà di fornire dettagli su quanto accaduto. L’autopsia sul corpo di Manansala sarà cruciale per determinare le cause del decesso, avvenuto all’interno di una villa Liberty di prestigio, di proprietà di un noto esponente della comunità ebraica milanese, il quale ha dato l’allerta dopo il suo rientro dalle vacanze.
Le indagini e le testimonianze
Nel momento in cui il proprietario ha scoperto il corpo del domestico, il presunto omicida era ancora all’interno dell’abitazione, intento a frugare tra cassetti e armadi. Le prime indagini suggeriscono che il 28enne possa essere stato sorpreso dalla vittima mentre cercava di rubare. Una reazione impulsiva potrebbe aver portato a un conflitto tra i due, durante il quale Bandeh avrebbe strangolato Manansala per silenziarlo e prevenire eventuali richieste di aiuto che avrebbero potuto allertare i vicini.
Le telecamere di videosorveglianza presenti sia all’interno che all’esterno della villa potrebbero fornire preziose informazioni. Si spera che le registrazioni possano rivelare l’orario preciso in cui il ladro è entrato nell’abitazione e, possibilmente, anche la dinamica dell’aggressione. Gli investigatori stanno attualmente analizzando le immagini per ottenere una chiara ricostruzione degli eventi che hanno portato alla morte del collaboratore domestico.
Quando la polizia è giunta sul posto, su segnalazione del proprietario, ha trovato il corpo di Manansala a terra e ha dovuto intervenire con il taser per immobilizzare il presunto ladro. Dopo un primo soccorso, Bandeh è stato sottoposto a fermo e ora si attende l’evoluzione delle indagini e il suo possibile interrogatorio, che potrebbe chiarire ulteriormente i contorni di questa tragica vicenda.