Outdoor Festival, la creatività tra le strade di Roma
Perché visitare la mostra più cool del momento
L’arte contemporanea suscita sempre polemiche, divide l’opinione in pareri discordanti e per alcuni non è oggettivamente giudicabile. Visitare una mostra ogni volta è una scommessa: conosciamo troppo poco gli artisti che spuntano quotidianamente come funghi qua e là in giro per il mondo.
Il rischio di un’installazione di arte contemporanea è quello di non essere compresa mai a fondo. Potremmo quindi affidarci alle sensazioni che un’opera ci trasmette e, senza prenderci il merito di giudicare, ‘sentire’ se ci è piaciuta o meno.
A Roma sta spopolando, tra visitatori di ogni età, una mostra che è tutto un programma. L’Outdoor Festival si presenta come un posto dove potete mettere alla prova la già citata sensibilità.
Location
Siamo in pieno quartiere Flaminio, a pochi passi dal centro di Roma. Quest’anno l’Outdoor continua a girovagare tra architetture industriali e di uso popolare. Quest’anno è la volta di un’ex caserma.
La Caserma Guido Reni, enorme spazio in disuso da circa vent’anni dove i segni del tempo sono assolutamente visibili sulle strutture polverose e in alcuni punti anche semi-distrutte.
La natura che la circondava sta lentamente riconquistando lo spazio che le era stato sottratto da tanto cemento e ferro. È un posto per alcuni versi grottesco, ma anche misterioso e fiabesco, specie dove industria e natura si incontrano. Di vera ispirazione!
Interazione con l’arte
“Here, now.” è il titolo di questa sesta edizione del festival, che mette al centro la riflessione sul tempo e lo spazio come dimensioni su cui si basa la nostra esperienza: suggestionati anche dalla location, è più facile capire di cosa stiamo parlando. Qui e ora, un luogo e un tempo stabilito. Un momento unico, non replicabile, che racchiude in sé i diversi piani temporali: il passato della caserma, il presente della creazione artistica e la futura rigenerazione dello spazio.
Appena entriamo, respiriamo subito il contatto con l’arte e la struttura: si crea un vero e proprio filo che ci unisce a tutto quello che osserviamo o fotografiamo (perché siamo liberissimi di fotografare tutto!).
All’Outdoor diventiamo inconsapevoli testimoni della trasformazione dello spazio, interagiamo con le opere: le possiamo calpestare e toccare, ma ci possiamo anche entrare, abbracciarle, toccarle, ecc.
Gli artisti
Partendo dalla street art, si raggiungono diverse altre espressioni artistiche. I capannoni della caserma sono diventati dei Padiglioni suddivisi per nazioni nei quali si articola la mostra.
Per citare solo alcune delle imprese che potrete ammirare: Halo halo e la sua saturazione caotica dello spazio, Tilt e l’interpretazione molto suggestiva dell’incontro tra sacro e impulso artistico.
Insa rappresenta il flusso temporale nei Gif-iti (gif animata con graffiti), in cui riproduce la faccia dell’immortalità.
Alexandros Vasmoulakis recupera gli oggetti rinvenuti nella caserma e li trasforma in totem maestosi, ma equilibrati.
Graphic surgery destrutturano e rimodellano lo spazio di un padiglione. La fotografa americana Jessica Stewart presenta un progetto di street art sulla scena romana con le ricerche degli artisti Alice Pasquini, Uno.
Eventi
Quando l’arte non è fine a se stessa. Durante il weekend i padiglioni si trasformano in circoli in cui si può ballare, assistere a proiezioni, concerti di musica rock e elettronica, partecipare a dibattiti e a workshop.
Date un’occhiata allo spettacolare sito per vedere tutto quello che l’Outdoor Festival ha in serbo per i suoi visitatori.
Allora, cosa state aspettando?