Chi è davvero la Befana?
Ce lo dicono le filastrocche
Tutte noi, almeno una volta, abbiamo atteso l’arrivo della “vecchietta” che tutte le feste porta via. La Befana è oggi arrivata, sulla scopa sorvola i tetti e poi si cala giù dal camino per portare le calze ai bambini. Se siete curiose di conoscere la storia della Befana, chi è davvero e che cosa fa, dobbiamo leggere le filastrocche a lei dedicate e lasciare spazio alla nostra fantasia.
Di Gianni Rodari
“Viene viene la Befana da una terra assai lontana, così lontana che non c’è… la Befana sai chi è? La Befana viene, se stai zitto la senti bene: se stai zitto ti addormenti, la Befana più non senti. La Befana, poveretta, si confonde per la fretta: invece del treno che avevo ordinato un pò di carbon mi ha lasciato.”
La Befana vien di notte
“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana, viva viva la Befana!
La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, e nessuno gliele ricuce, la Befana é piena di brace.
La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, se ne fa un altro paio con la penna e il calamaio.
La Befana vien di notte e ha le scarpe tutte rotte, se ne compra un altro paio per venire il 6 gennaio.
La Befana vien di notte e ha le scarpe tutte rotte, porta cenere e carbone, pei monelli e i cattivoni, ma ai piccini savi e buoni porta chicche e ricchi doni.”
Di Giovanni Pascoli
“Viene viene la Befana vien dai monti a notte fonda. Come è stanca! La circonda neve, gelo e tramontana.Viene viene la Befana. Ha le mani al petto in croce, e la neve è il suo mantello ed il gelo il suo pannello ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce. E s’accosta piano piano alla villa, al casolare, a guardare, ad ascoltare or più presso or più lontano. Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa? Uno stropiccìo leggero. Tutto è cheto, tutto è nero. Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa? Guarda e guarda… tre lettini con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda… ai capitoni c’è tre calze lunghe e fini. Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende, e ne scricchiolan le scale; il lumino brilla e sale, e ne palpitan le tende.
Chi mai sale?
Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa, sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso come lampada di chiesa. Co’ suoi doni mamma è scesa. La Befana alla finestra sente e vede, e s’allontana. Passa con la tramontana, passa per la via maestra, trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare? Un sospiro lungo e fioco. Qualche lucciola di fuoco brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare? Guarda e guarda… tre strapunti con tre bimbi a nanna, buoni. Tra la cenere e i carboni c’è tre zoccoli consunti. Oh! tre scarpe e tre strapunti… E la mamma veglia e filasospirando e singhiozzando, e rimira a quando a quando oh! quei tre zoccoli in fila… Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente; fugge al monte, ch’è l’aurora. Quella mamma piange ancora su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente. La Befana sta sul monte. Ciò che vede è ciò che vide: c’è chi piange e c’è chi ride; essa ha nuvoli alla fronte, mentre sta sull’aspro monte.”