Cos’è l’anno bisestile e perché si dice “Anno bisesto, anno funesto”?

Ecco la spiegazione del famoso detto popolare!

 

Anno bisesto, anno funesto“: quante volte lo abbiamo sentito dire dalle nostre nonne? Secondo la superstizione, infatti, l’anno bisestile, che capita ogni 4 anni e ci regala un giorno in più a febbraio, che di solito finisce il giorno 28, sarebbe un anno disastroso. Ma da dove nasce questa credenza? Sappiate che ha origini davvero molto lontane: non è stato ideato dalla generazione dei nostri nonni, ma niente di meno che dagli antichi romani, per essere poi ripreso in epoche successive. Ma perché l’anno bisestile è considerato funesto?

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Anno bisesto, anno funesto

La frase “Anno bisesto, anno funesto” è stata ideata dai romani: nel 46 a.C. Giulio Cesare, per recuperare le 6 ore avanzate ogni anno dai classici 365 giorni che lo andavano a formare, seguendo i calcoli dell’astronomo Sosigene di Alessandria decise di introdurre un giorno in più nel calendario, ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. In latino questo giorno era definito come il “sexto die ante Calendas Martias” e così il nuovo giorno inserito prese il nome di “bis sexto die”, da qui il termine “bisestile”.

Papa Gregorio XIII si accorse perché che il calendario usato non coincideva con quello solare, con il rischio che la Pasqua poteva essere celebrata in estate e così nel 1582 con una bolla papale eliminò tre anni bisestili ogni 400, riducendo la differenza a soli 26 secondi in più ogni anno. Così il giorno in più diventò il 29 febbraio: quell’anno si saltò all’improvviso dal 4 al 15 ottobre, pensate lo choc!

L’anno bisestile è considerato funesto perché febbraio per i romani era il mese dei morti. Savonarola, nel 1400, lo rese ancora più nefasto, parlando di carestie, epidemie e grandi tragedie legate all’anno funesto, da qui tutti i proverbi che non rendono onore al povero anno bisestile. Del resto sono tante le catastrofi avvenute proprio in un anno bisesto, come ricorda l’Ansa: terremoto di Messina del 1908, terremoto in Belice nel 1968, terremoto in Friuli nel 1976, tsunami nell’Oceano Indiano nel 2004.

I detti popolari si sprecano: “anno bisesto, anno funesto”, “anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso”, “anno bisesto tutte le cose van di traverso”, “anno bisestile, chi piange e chi stride”, “anno bisesto senza sesto (ndr senno)”.

Che poi la domanda più importante è: ma chi è nato il 29 febbraio, festeggia il compleanno ogni 4 anni e quindi invecchia più lentamente?