Gli opposti si attraggono?
Per far durare una coppia è meglio un patner simile a noi o completamente differente?
Già vi vedo ragionarci su: “solitamente preferiamo un uomo simile a noi o completamente differente?”
Questa è una domanda che si sono posti in tanti, scienziati, psicologi, sociologi e in ultimo i cosiddetti “esperti in amore“.
Preparatevi, se volete sapere la verità, la strada per arrivare a una risposta minimamente plausibile e verificata da studi certi e seri è un po’ complessa.
Tra nozioni scientifiche, teoria evolutiva dell’uomo ed età di innamoramento…
Se volete un po’ di nozioni “scientifiche” e tecniche (per quanto sia possibile in questa materia cosi empirica), pare che la teoria evolutiva dell’uomo ci metta un po’ lo zampino.
In effetti sia uomini che donne per quanto in modo differente tendono inconsciamente (ma forse nemmeno troppo) a scegliere un partner con caratteristiche molto comuni perché pare che così ci sia una maggiore probabilità di portare avanti i tratti personali che più caratterizzano entrambi.
Pare che nella somiglianza si possa trovare della sicurezza, proprio quella che nel corso dei secoli ha permesso all’uomo di progredire e migliorarsi (sempre in via teorica…ovvio).
Pare poi anche che il nostro passato personale incida davvero molto sulle scelte in amore: sono come al solito soprattutto i nostri genitori e il nostro rapporto con loro ad influenzarci di più.
Mille e più finestre di dialogo potrebbero aprirsi in tal senso, io al momento eviterei, pur invitando tutte a riflettere un po’ su questo punto: è sempre fondamentale conoscersi e avere coscienza di se per poter capire fino in fondo le motivazioni delle nostre scelte che troppo spesso ci portano a risultati deludenti senza che noi ne comprendiamo davvero il perché (forse a volte le nostre scelte poi cosi “nostre” non sono…).
E pare poi anche che l’età in cui ci innamoriamo sia un’altra variante piuttosto importante: se siamo molto giovani tendiamo a scegliere un partner molto differente da noi, per voglia del nuovo e per il desiderio di rompere i soliti schemi da cui proveniamo.
Se siamo un po’ più mature cerchiamo qualcuno che ci assomigli almeno un po’, capace di darci sicurezza e tranquillità nella gestione del quotidiano, di per sé sempre piuttosto complessa.
Ma perché si dice che “gli opposti si attraggono e perché le storie così sono estremamente passionali?”
Frena, frena, non esaltiamoci subito, saltando come al solito a conclusioni avvincenti quanto sbagliate!
Non è cosi facile la questione, proprio come abbiamo detto.
E’ vero, in senso generale sicuramente “gli opposti si attraggono“: la novità, la trasgressione dal nostro più tipico quotidiano, qualcuno che ci fa vedere il mondo con occhi differenti, qualcuno che ci porta dove noi non sappiamo andare… piuttosto interessante!
All’inizio tutto è bellissimo, affascinante e attraente, la storia sembra iniziare con le migliori prospettive e la voglia di scoprire e stare con l’altro è davvero forte e tanta.
Ma poi?
Quando è ora di risolvere problemi, di educare i figli, di prendere decisioni importanti, di svegliarsi in vacanza al mattino presto quando noi vorremmo tanto dormire, di dipingere le pareti di casa di bianco quando noi avevamo sempre sognato un rifugio tutto colorato, come vanno a finire le cose?
Male, la risposta il più delle volte non può che essere negativa.
Certo, il più delle volte, dato che le eccezioni per fortuna ci sono sempre, ma se noi non siamo tra quei pochi eletti, ecco, dobbiamo metterci in testa che se abbiamo appena conosciuto un uomo molto diverso da noi le probabilità che le cose con lui vadano al meglio sono destinate a restringersi notevolmente.
Quindi, mettiamola cosi: gli opposti si attraggono, ma il più delle volte non durano e non creano una coppia felice.
“Chi si somiglia si piglia”: ecco quando l’amore ha maggiori probabilità di durare
Secondo lo psicologo britannico Glenn Wilson esiste un Quoziente di compatibilità, capace di misurare la salute di un rapporto affettivo. E questo coefficiente è più alto nelle coppie psicologicamente e fisicamente simili.
Gusti simili, interessi, ideali e valori comuni sono alla base di una relazione stabile e soddisfacente, gli elementi da cui partire per creare qualcosa di solido insieme ad un’altra persona.
Glenn Wilson ha messo a punto il cosiddetto Quoziente di compatibilità (Qc) contribuendo così a smontare un mito tramandato di generazione in generazione: le differenze non aiutano, al contrario sono le somiglianze a garantire la longevità di una coppia.
Wilson grazie ai suoi test fatti su un numero notevole di coppie collaudate, è arrivato a sostenere che nel corso della storia dell’evoluzione uomini e donne hanno messo a punto diverse strategie per selezionare, attrarre, cacciare e conservare i propri partner. Tra i test che sono stati esaminati, l’unico che ha ottenuto il supporto dell’evidenza scientifica è proprio quello basato sul principio della similarità: gli innamorati con più punti chiave in comune riguardanti tratti della personalità, atteggiamenti e preferenze durano senza dubbio di più.
Personalmente credo che sia uno solo il punto su cui ci si debba davvero assomigliare, ovvero il modo di vedere la vita, di interpretarla e di viverla: una persona che vede la vita diversamente da noi, tolto il momento iniziale, come potrebbe integrarsi nella nostra quotidianità?
Ma per il resto, mi permetto di dire che le coppie eterogenee che sempre più di frequente si vedono oggi sono ciò che di più bello può capitare: le “diversità esteriori” non devono mai spaventare e frenare nessun amore, solo quelle “interiori e più intime” devono portarci a riflettere con maggior cura per capire se davvero non potrebbero diventare un grosso ostacolo per una vita di coppia serena e duratura… è già tutto piuttosto complesso!
Voi come la pensate?