Trekking e snowboard alla scoperta della Val Formazza
Rimanendo sul tema dello snowboard estivo devo necessariamente parlare del Positivity Camp che si svolge ogni anno dal primo weekend di giugno per 3 settimane in alta Val Formazza. Un'esperienza veramente alternativa e rigenerante
L’unico modo per raggiungere la vetta e il rifugio 3A è di camminare 3 ore con i bagagli addosso (se ti sei scordata di spedirli precedentemente per il tiro settimanale con la funivia di trasporto). Una volta arrivati in quota è necessario dimenticarsi del mondo circostante perché oltre a non esserci connessione wi-fi, anche la ricezione del telefono scarseggia; tutti elementi destabilizzanti per la gran parte delle persone.
La ciliegina sulla torta poi è l’utilizzo dell’acqua dedicata alll’igiene personale: va infatti dosata fino all’ultima goccia e per questo la doccia non è fruibile ogni giorno. Positivity Eco Edition: un nome, un programma!
Se non sei molto allenata, non hai molta esperienza di trekking e poco fiato puoi farcela comunque, e se vieni colta da un attacco di panico non darti per vinta, perché ci metterai solo qualche ora in più ma ne sarà valsa la pena. Diciamo che queste parole sono state ispirate vedendo allontanarsi alle spalle ogni volta qualcuno diverso tra quelli che facevano parte del mio gruppo partito un martedì pomeriggio e giunto a destinazione a tarda sera.
Tra marmotte che ti osservano e fiori di montagna puoi apprezzare veramente quel senso di incontaminato che spesso si dimentica; la tua concentrazione rimarrà comunque sul sentiero in salita che devi ancora percorrere. Non è così tragico, anzi è assolutamente salutare a meno che tu non stia portando uno zaino fotografico con un discreto pesoM fortunatamente il resto dell’attrezzatura la dovresti aver già spedita in quota quindi ti dovresti teoricamente godere il paesaggio e le chiacchere con gli amici che staranno condividendo con te quest’esperienza. La soddisfazione più grande è quando giunta al Rifugio 3A guarderai dall’alto i chilometri percorsi e aprirai la porta di legno: ad aspettarti la triade Giordan, Cameroni e Maurino con tutta la famiglia del camp. E’ assurdo ma una volta entrati da quella porta la cognizione del tempo cambia, il feeling con la gente intorno a te è più rilassato: si dorme nella stessa casa, ci si sveglia presto e dopo le discussioni serali si va a dormire a mezzanotte. Un progetto onlus nato undici anni or sono da un gruppo di snowboarder in collaborazione con i gestori del rifugio 3A O.M.G..
L’Alta Formazza dopo un’interruzione di qualche anno fa ha ripreso vita, alla grande oltretutto. Test materiali in quota e lezioni di snow con Lollo Barbieri, nello snowpark linea easy tutta in legno e Pro line e uno skilift dedicato: non serve altro! Il gruppo partito quel martedì era decisamente vario: un Aie Benussi messo a dura prova dalla mancanza di internet, un rookie terrorizzato dalla salita, Francesco Brutto, un filmer che su quella salita ci aveva lasciato un polmone, Yeye, e una fotografa con il suo inseparabile zaino perennemente oversize, la sottoscritta. Un paio di giorni per portare a casa qualche immagine rubando scatti anche ai rider che si trovavano già in quota, Munni, Ruggero, Lollo, Bianco e ad un certo punto il team Deelux. Il meteo non era stato clemente la settimana precedente, e lo si poteva leggere in faccia a chi era in quel rifugio da 7 giorni e 7 notti quando guardando fuori dalla finestra, la mattina del mercoledì, vedeva finalmente oltre la massa grigia dei giorni precedenti. Gli shaper capitanati dall’austriaco Stefan Plattner avevano fatto un lavoro irriprovevole anche senza visibilità, andando letteralmente a tastoni: il kicker grosso era tagliato chirurgicamente e dopo due giri di riscaldamento era stato constatato che era perfetto anche da altri punti di vista. Non rimaneva che saltare fino a chiusura impianti per poi prepararsi psicologicamente al rientro… una sorpresa da scoprire una volta salutato il 3A!
Immagini di Eleonora Raggi