Elsa Schiaparelli: faceva concorrenza a Coco Chanel
Valentina ci fa conoscere un pò questa fantasiosa artista che sarà presto riportata in auge da Diego Della Valle...
Siamo nel XX secolo, nell’epoca in cui la donna iniziava a cambiare un po’ il suo modo di vestire, rinunciando ad uno stile piatto e poco femminile dei modelli alla Garconne in favore di abiti sensuali, con il punto vita che ritornava ad accompagnare le naturali curve del corpo e tacchi alti che sottolineavano i movimenti delle donne. Un’epoca in cui a dettare “legge” nel campo della moda c’era un’avvenente Gabrielle Chanel, che con tutte le sue forze emergeva sempre più.. Ma aveva una “rivale”, che ci crediate o no, il suo nome era Elsa Schiaparelli. Due donne molto diverse sia per l’estrazione sociale, sappiamo che Gabrielle era povera mentre Elsa proveniva da una facoltosa famiglia, sia per lo stile nelle loro linee: semplice e pulito quello di Chanel, colorato, fantasioso e stravagante quello della Schiaparelli.
Sono sicura che moltissime di voi proprio in questi giorni hanno sentito il suo nome accostato a quello di Diego Della Valle che ha deciso di riportare in vita e di rispolverare il suo nome, facendo conoscere a tutti la bravura di questa donna, sconosciuta a molte, forse troppe persone.
Ma chi era Elsa Schiaparelli?
Elsa Schiaparelli apparteneva ad una famiglia nobile che aveva in serbo per lei programmi ben stabiliti… che lei ovviamente non condivideva. Sognava di fare l’attrice, ma ben presto fu dirotatta proprio dai suoi familiari verso altre strade… così scrisse un libro di poesie, ma anche quello non andò giù alla madre, che la spedì in un convento in Svizzera. Tempo dopo si sposò e si trasferì a New York (niente male eh??) dove ebbe i primi contatti con una delle avanguardie più affascinanti a mio avviso, il dadaismo, collaborando nientepopodimenocchè con Marcel Dushamp,uno dei maggiori esponenti di questa corrente artistica. Fino a questo momento Elsa nutre ben poco interesse per la moda… fino a quando non si trasferisce a Parigi, dove un giorno, visitando l’atelier di Poiret (un sarto molto conosciuto all’epoca, di cui vi parlerò prossimamente), viene ispirata dalle sue creazioni e il suo cammino venne illuminato da pensieri “modaioli”. Subito iniziò una collaborazione con una sarta armena: Elsa pensava e disegnava, la donna armena realizzava i suoi pensieri. Il successo non tardò ad arrivare.
Il trompe l’oeil
Uno degli elementi che caratterizzò la sua ascesa nella moda fu il “trompe l’oeil”… cos’è?? Beh, questo è un termine preso in prestito dalla pittura dove si utilizza per descrivere qualcosa che è disegnato sul quadro o sul supporto, ma effettivamente non c’è, è un “inganno dell’occhio”. Elsa disegnò un fiocco su di un maglione, e poi delle bretelle, e poi uno scheletro, e poi delle tasche… sicuramente qualcosa che irrompeva negli schemi modaioli dell’epoca ed una novità che non passò inosservata tra le donne più in voga dell’epoca che facevano a gara per accaparrarsi uno dei suoi costosissimi maglioni accuratamente realizzati. Ma non è tutto. Elsa è l’inventrice del Rosa shocking… Lo sapevate?? Pensate che lo utilizzò come colore principale per la realizzazione della scatola del profumo che lanciò in quell’epoca, partendo dal color magenta intenso, fino a renderlo rosa e a definirlo “shocking” nel 1936, e ancora oggi quando si usa questo colore non si può non parlar di lei. Elsa ha realizzato collezioni di abiti assolutamente stravaganti, innovative e che non somigliavano a nulla di tutto ciò che era stato fatto sino a quel momento e probabilmente poche delle sue creazioni avevano a che fare solo con il mondo della moda: realizzò abiti di carta di giornale, di vetro, inventò gli impermeabili da sera.
Le contaminazioni con l’arte
Ma le sue creazioni più belle e fantasiose, probabilmente impossibili da indossare, sono quelle venute fuori dalle collaborazioni che lei aveva con i grandi artisti suoi coetanei; tra le più celebri quella con Salvador Dalì che sfociò in vari modelli di abiti/sculture e cappelli davvero stranissimi.
“La venere dei cassetti di Milo” dell’artista infatti è stata reinterpretata da Elsa ed è diventato un tailleur composto appunto, da piccoli cassettini messi al posto di “normali” tasche presenti sulla giacca… è una delle opere che mi è rimasta più impressa dopo averla studiata l’anno scorso in un esame. Ho parlato di “opere” perché io credo che in questi casi non si parli di semplici abiti o di semplici pezzi di stoffa sagomati… c’è molto di più, c’è l’arte, c’è la fantasia, c’è la rottura degli schemi, c’è la creatività, il coraggio, il surrealismo nelle sue creazioni. Le sue ispirazioni provenivano da mondi paralleli che le permettevano di poter pensare, realizzare ed indossare un cappello a forma di scarpa ad esempio, un abito dai mille colori, dei bottoni ispirati alla verdura.
C’è chi la definisce una sarta, una designer, una stilista o l’antagonista di Chanel, per me è assolutamente una delle donne più creative di tutti i tempi.