Che cos’è l’amniocentesi e perché va fatta?
L’amniocentesi è un’analisi medica da fare durante la gravidanza, intorno alle 16-20 settimane, per esaminare i cromosomi del bambino. Un amniocentesi precoce può essere davvero complicata e comportare dei gravi rischi per l’embrione. Infatti, durante il primo trimestre, il rischio di un aborto spontaneo è molto alto.
Come si fa l’amniocentesi?
Attraverso un lungo ago, infilato nella pancia della gestante, viene estratta una piccola dose di liquido amniotico, circa 20-25 ml. E’ possibile osservare tutto il processo tramite le nuove tecnologie ad ultrasuoni, che tutelano anche il bebè nel grembo. Dopo l’estrazione si procede all’analisi dei cromosomi.
Si tratta di una pratica rischiosa?
E’ inutile negare, l’amniocentesi comporta purtroppo alcuni rischi. Tra questi: l’inizio delle contrazioni uterine e la perforazione del sacco amniotico. Ma è importante dire che, solo nell’ 1% dei casi ci può essere il rischio di aborto.
Tutte le donne dovrebbero praticare l’amniocentesi?
Assolutamente no. Generalmente è consigliata alle donne con un’età pari o maggiore ai 35 anni. Poiché quest’ultime, hanno maggiori possibilità di partorire figli con difetti cromosomici. E’ consigliata anche alle donne che hanno avuto precedenti gravidanze a rischio. I risultati, sono sicuri? Niente può garantire la salute del vostro bambino, ma si stima che questo test abbia il 99,4% di affidabilità.
Quali patologie può rivelare l’amniocentesi?
- Sindrome di down;
- Fibrosi cistica;
- Anemia falciforme;
- Distrofia muscolare;
- Tay-sachs.
Consigliamo alle future mamme “adulte” di sottoporsi a questa pratica. E’ un esame invasivo ma importante, soprattutto per il bambino nella pancia!