Sotto il casco con Fjona Cakalli… parliamo di Game
Donne e videogiochi, un connubio non molto comune, ma le GirlGamer esistono e ti fanno venire voglia di giocare
È stato davvero difficile cercare di mettere mano alle risposte di Fjona per non rendere l’articolo lunghissimo.
Ok, diciamo anche che ci ho messo del mio, facendo un sacco di domande e anche molto articolate, ma sono curiosa e amo ascoltare le storie.
Pertanto armatevi di pazienza, caso mai stampate pure l’articolo e buona lettura… a te Fjona.
Per iniziare a conoscerti, t’inviterei a parlarci un po’ di te, chi sei, cosa fai e quali sono le tue passioni?
Uhm, da dove cominciare, mi chiamo Fjona Cakalli (si legge Ciacalli). Sono di origine albanese, naturalizzata italiana e vivo qui dall’età di cinque anni. Nasco da una famiglia di artisti: i miei genitori erano ballerini di danza classica. Io non ho seguito le loro orme, ho intrapreso una carriera più tradizionale anche se innovativa perché legata alle tecnologie.
Sono una persona molto dinamica; nel lavoro ho la grande fortuna di occuparmi di due cose diametralmente opposte. La prima è organizzare eventi e manifestazioni legate al mondo artistico e culturale e la seconda è “salvare” turisti e non solo in difficoltà in tutto il mondo. Infatti, faccio parte del dipartimento di assistenza sanitaria per un importante gruppo assicurativo internazionale.
Di passioni ne ho tante, forse troppe… ma mi piace avere sempre la mente impegnata. Pratico la danza classica, m’interesso allo studio delle lingue straniere (ne conosco 6), divoro libri (ogni volta vado alla ricerca di autori dalla nazionalità diversa).Cavoli, mi sono dimenticata la più importante! Le scarpe, colorate e dai tacchi altissimi ☺
E dulcis in fundo la mia più grande passione: tecnologia e videogiochi!
Su twitter ti definisci #GirlGamer, #Blogger, #Japanese Culture enthusiast and #SocialMedia, un bel mix come emergono questi aspetti e come si mescolano tra loro?
Questo mix, in effetti, può sembrare strano ma ognuna di queste ha trovato il suo posto nella mia mente. All’età di 21 anni, quando guardavo gli anime giapponesi (in lingua originale con i sottotioli in italiano) mi sono detta: “Questi sottotitoli sono fastidiosi… e se un giorno riuscissi a guardarli senza?”. Ho iniziato prima con lo studio della lingua e poi ad appassionarmi alla cultura di quest’affascinante paese. Da li ho intrapreso diversi viaggi e sono convinta di aver lasciato un pezzo di cuore dall’altra parte del mondo. Ovviamente Giappone e Videogiochi sono un connubio perfetto; ho iniziato a trovare informazioni particolari sul mondo dei videogiochi direttamente in lingua originale. Poi piano piano ha iniziato a frullarmi in testa l’idea del blog: “Perché non raccontare i videogiochi da un punto di vista di una donna magari riportando notizie, a volte strampalate, prese direttamente dai giornali giapponesi?”
Così, quasi un anno fa, nasceva Game’s Princess, www.gamesprincess.it. Il blog piano piano si sta ampliando e ingrandendo… l’arrivo di alcune collaboratrici è imminente!
L’utilizzo dei Social Media, invece, è qualcosa che mi affascina e in cui credo fortemente. Bisogna imparare a usarli sia personalmente sia per il business. Li trovo affascinanti perché stimolano la creatività e rappresentano sempre una sfida.
Come nasce la tua passione per i videogame, quale aspetto di questo mondo ti piace di più e perché?
Ho iniziato a 5 anni, quando mio padre nel 1991 mi portò dall’Italia la mia prima console: Nintendo NES. È stata una gioia per tutta la famiglia. Giocavo insieme a mamma e papà e li ricordo come momenti spensierati e di unione. Mia mamma gioca tuttora… ha la sua Xbox e guai a chi gliela tocca!
Sono cresciuta con Mario e Zelda a 8 bit per poi passare al Super Nintendo fino a finire all’età di 25 anni ad avere tutte le console.
Mi ritengo molto fortunata perché i miei genitori non mi hanno mai ostacolata, anzi hanno sempre creduto che i videogiochi stimolassero l’ingegno nei bambini e che aumentassero la coordinazione. Rispetto ai miei compagni di classe giocavo pomeriggi interi come un ossesso… e nessuno mi diceva niente! ☺
Perché mi piacciono i videogiochi? Bella domanda. Non so, riescono a farmi staccare completamente il cervello e farmi sognare con le loro avventure. Stimolano la mia curiosità: molto spesso i videogiochi sono tratti da leggende, situazioni vere oppure storicamente accadute
Sei un tipo che ama giocare in solitario o in compagnia? E con chi giochi di solito?
Sinceramente, quando gioco, sono un animale solitario. Soprattutto perché prediligo giochi che prevedano la modalità single player. L’unico gioco in cooperativa che ho adorato dal primo minuto è stato Lego Star Wars, vivamente consigliato anche alle non giocatrici!
Quali sono i generi dei videogame che prediligi?
Sono cresciuta a pane e platform come Mario; più avanti ho iniziato a giocare con Lara Croft, la mia eroina preferita, in Tomb Raider e alla fine ho sviluppato una grande passione per i giochi di ruolo (offline) sulla falsa riga di Final Fantasy, per intenderci. La mia esperienza in un negozio di videogiochi poi mi ha fatto iniziare a giocare a tutti i generi anche i poco femminili shooter in prima e in terza persona! ☺
Giochi su console o PC? Che differenze ci sono?
Ho sempre prediletto le console per giocare e, come dicevo prima, le ho praticamente tutte. Purtroppo per politica ogni casa produttrice ha le sue esclusive ed io, da buona videogiocatrice, non me le posso far mancare. Quindi: Xbox 360, Ps3, Wii, PSP e Nintendo 3DS. Il PC non l’ho mai preso in considerazione per un semplice motivo: troppa manutenzione. I giochi per PC richiedono schede grafiche potenti e sempre aggiornate se no i giochi non girano. Sono conscia che la grafica e la giocabilità di alcuni tipi di giochi su PC sia migliore ma a caro prezzo!
Sono meglio i giochi più conosciuti o i nomi meno noti?
Le categorie di giochi sono principalmente due: quelli prodotti dai colossi come EA games, Activisioni, Nintendo etc. e quelli prodotti da sviluppatori indipendenti (i cosiddetti Indie Games). I primi si basano su franchise consolidati e personaggi che ormai hanno festeggiato i 15 anni di vita e che tutt’oggi si vendono bene. Sicuramente questi giochi sono popolari e conservano sempre il loro fascino. Gli Indie Game invece puntano tutto sulla creatività e spesso saltano fuori piccoli capolavori come il gioco intitolato Fez (scaricabile da Xbox live). Sono sempre stata per la diversificazione e per la scoperta quindi mi piacciono entrambi.
Giochi su mobile e tablet? Pensi che il mercato dei giochi su mobile possa avvicinare le persone al mondo dei giochi per console e PC?
Non gioco su mobile e nemmeno su tablet. Sono stati fatti alcuni porting di giochi nati originariamente per Nintendo Ds, ma non mi hanno mai convinta. Il mercato mobile ha le sue killer application (come per esempio Angry Birds) ed è in forte espansione ma i fruitori di questi giochi non sempre sono veri videogiocatori. La maggior parte sono persone che non sono solite giocare ma a cui piace impiegare il proprio tempo, in metro o sull’autobus in modo diverso a discapito magari del tradizionale libro.
Nel mondo dei videogamers ci sono distinzioni come Geek, Nerd ecc. che vi distingue per passione e livello di conoscenza del settore?
La distinzione principale è tra casual gamer (chi non spende molto tempo in questo tipo di attività, giocano a giochi puzzle oppure a Mario e suoi simili) e hard-core gamer (chi utilizza gran parte del loro tempo libero per quest’attività e che giocano a giochi più “impegnati” e complessi). Io non riuscirei a trovare una posizione tra i due. Diciamo che quel poco tempo libero che mi rimane devo cercare di sezionarlo, però gioco a giochi impegnati e che richiedono almeno due ore consecutive.
Coniamo una nuova categoria, facciamo hard-casual gamer? :D
Il mondo dei video giochi è ancora prettamente maschile o le donne cominciano a vedersi? Ci sono nomi che meritano di essere citati e se si quali?
Secondo una statistica statunitense, condotta da Entertainment Software Association nel 2009, quasi il 40% dei giocatori sono di sesso femminile. Sicuramente il fenomeno è in larga espansione, anche se mi sono fatta l’idea, anche grazie ai diversi anni di lavoro presso una catena di videogiochi, che in Italia non sia poi tanto vero. L’Italia ha un diverso retaggio culturale, molto più fashion, molto più artistico e ancora poco geek. Anche se le donnine videogamer si stanno facendo coraggio. Parlo di coraggio, perché c’e molto sessismo in questo settore. Pensate che Katie Williams, giornalista di Kotaku Australia, durante l’E3 2012 che si è sentita dire: “Sei donna? Beh sarà meglio che giochi io per te.”
Termino con il chiederti, se io volessi avvicinarmi ai videogame, quali consigli mi daresti?
Per chi è completamente digiuno, penserei sicuramente a un approccio soft. Ti consiglierei di partire con un Nintendo3DS che sicuramente sa accontentare più facilmente i gusti femminili… tanto per esplorare il vasto mondo dei videogiochi, da quel momento poi è tutto in discesa. La cosa importante è che scatti la scintilla della curiosità. Una volta che prendi confidenza, poi inizierai ad appassionarti e con il passare del tempo andrai alla ricerca di giochi sempre più complessi e sempre più “nerd”. ☺
Se vuoi Fjona:
Gamesprincess
Twitter: @fjonacakalli
Instagram: @princesscagalli