Grotte di Castellana
Dalla Grave fino alla Grotta Bianca, le grotte di Castellana un'infinito spettacolo della natura
Se passate per la Puglia non potete perdere il meraviglioso spettacolo che le Grotte di Castellana possono offrirvi.
Questa estate ho avuto la possibilità di fare una visita diversa dal solito e da quella consueta e di sentirmi un po’ speleologa anche io, almeno per una notte.
Le grotte di Castellana, esplorate per la prima volta nel 1938 dallo speleologo Franco Anelli, si trovano a circa 65 mt di profondità e si estendono per 3 km fino a raggiungere i 72 metri sotto il livello del suolo.
L’entrata per la visita si effettua da quella “naturale”; ovvero una voragine enorme e profonda 60 metri chiamata grave.
Da li comincia il vostro percorso; un viaggio meraviglioso tra stalattiti e stalagmiti anche di migliaia di anni; e da cortine, colonne e preziosi cristalli che occhieggiano ovunque.
Se fate la vista completa, ovvero tutti e 3 i km impiegando circa 2 ore, incontrete vari ambienti dai nomi fantasiosi e mitologici: La Lupa, subito all’inizio, la stanza dei monumenti, la Civetta, il Precipizio, il Corridoio del deserto lungo e particolare e caratterizzato da un colore molto “rosso”, La Colonna rovesciata e la Cupola.
E se avrete la fortuna di trovarla aperta al pubblico, infine arriverete a quella che è la più grande meraviglia di tutte le grotte: la Grotta Bianca.
Definita così per la ricchezza e il biancore dell’alabastro; la grotta bianca nel suo genere è la più bella e splendente al mondo.
Durante il periodo di Agosto è possibile visitare le grotte in maniera diversa: ovvero una visita notturna in cui il percorso di “andata” viene effettuato con le luci turistiche spente e illuminato solamente dalla luce della torcia posta sopra il caschetto protettivo che viene consegnato all’ingresso.
Il percorso di “ritorno” invece viene effettuato con le luci turistiche accese.
Camminare per la grotta con le luci spente vi farà vedere una grotta completamente diversa da quella che si è soliti vedere con la luce artificiale. La sensazione è meravigliosa, vi farà sentire un po’ esploratori, anche se solo per qualche ora.
Si riescono a notare dettagli dell’incredibile meraviglia della natura che normalmente sfuggono sotto la luce artificale.
Stimola la curiosità, l’esplorazione, il “vivere” la grotta.
Alla fine del percorso di andata si giunge quindi alla grotta bianca: qui ci è stato detto di spegnere tutte le torce e di rimanere per un minuto nel buio più totale – perchè il buio di una grotta è davvero il buio assoluto – e ascoltare la grotta in tutto il suo “vivere”.
Un’emozione particolarissima, nel silenzio totale si percepisce perfettamente il cadere delle gocce di acqua dalle stalattiti che incontrano il suolo.
Si accendono poi le luci, un po’ alla volta e lentamente e lo stupore nel trovarsi la grotta bianca davanti ai propri occhi in tutto il suo incredibile splendore è davvero emozionante.
Unica nel suo genere, di una perfezione che l’uomo probabilmente mai potrebbe raggiungere.