Miss Italia 2012: ci risiamo!
Molti sostengono che questo concorso sia lo specchio del nostro paese: vecchio, noioso e piuttosto ipocrita
Non sono una fan dei concorsi di bellezza, premetto. Se la bellezza è soggettiva non capisco il senso dell’elezione della “più bella”, e per di più l’idea di ragazze scosciate e convinte che sperano di prendere voti non facendo un beneamato nulla mi ha sempre infastidito. Alcune partecipano sperando in un po’ di visibilità, è vero, ma sono poche, quasi tutte ci credono davvero e sono quelle che piangono disperate dopo l’eliminazione. Io, comunque, non ce l’ho con loro, ma con l’organizzazione che proprio non riesce a mettere su qualcosa di decente, trasmettendo, anno dopo anno, uno spettacolo noioso, lento e trasformandolo anche in una ridicola fiera dell’ipocrisia, come se non fosse già abbastanza l’esistenza del concorso in sè.
Alla fine ne resterà uno solo…
…di vincitore? No, di spettatore. Durante la semifinale ho resistito due minuti, durante la finale di ieri sera ben cinque: cercavo di prendere spunti per questo articolo ma, rischiando di addormentarmi già alle 22.00, ho dovuto cambiare canale. In questo frangente ho beccato, comunque, le interviste ad alcune delle mamme delle escluse della sera precedente: qualche mamma ha pianto, qualcuna si è arrabbiata perché la giuria non capisce niente: la loro bimba è più bella di alcune cozze rimaste dentro, ma siamo matti?
All’improvviso fa la sua entrata una ragazza, che si esibisce cantando un pezzo di “Snow on the Sahara”: scopro che è lei la Miss Italia uscente e io non l’avevo mai vista prima. Quella prima di lei, in fondo, conduce un programma alle 5 di mattina quando gli italiani sono ancora nella fase R.E.M. e quella prima ancora fa l’annunciatrice dei programmi Rai… Forse per questo? Vabbè, non tutte sono fortunate come Cristina Chiabotto, che suppongo sia il loro modello supremo.
Cosa puoi imparare da Miss Italia
Alla fine della fiera, comunque, non diciamo che Miss Italia non serve a niente. Serve, eccome: a scoprire che in Italia ci sono famiglie che fanno mille sacrifici per mantenere gli studi in giurisprudenza alle figlie, che però in realtà vogliono fare le attrici, “ma non diciamolo a papà” (cit.); che bellezza interiore e intelligenza si possono anche dimostrare sfilando in costume da bagno, prima, e rispondendo a domande degne della prima elementare, poi; che poco importa se a malapena riesci a esprimerti correttamente in italiano e con una pessima dizione: sei bella, chi se ne frega; ma soprattutto, che sei da considerare una bellezza “curvy” se porti la taglia 44, anche se sei alta un metro e ottanta.
Ah, dimenticavo: per l’edizione 2012 la nuova portatrice di tutti questi messaggi positivi per le prossime generazioni si chiama Giusy Buscemi. Congratulazioni Giusy!