Figueres: viaggio nell’immaginazione di Salvador Dali
Visita al Teatro-Museo di uno degli artisti più eccentrici mai esistiti: Salvador Dalì
Durante la nostra permanenza all’Estartit in Catalogna, non potendo, nei primi giorni, uscire in mare per fare immersioni, ci siamo dedicati alla visita di cittadine poco distanti.
Una tra queste è stata Figueres, patria del famoso e stravagante artista Salvador Dalì.
Se avete ancora delle reminescenze dai tempi della scuola probabilmente lo ricorderete per uno dei suoi dipinti più famosi “La persistenza della memoria”, meglio conosciuto come il “dipinto con gli orologi sciolti”.
La nostra visita a Figueres si è concentrata soprattutto in quella che è l’attrazione principale della città: il Teatro-Museo Dalì.
Il Museo occupa l’edificio dell’antico teatro comunale, costruito nel XIX secolo e distrutto con un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale.
Su queste rovine Dalì volle fortemente creare il suo museo per tre ragioni, come lui stesso disse: “perchè sono un pittore prevalentemente teatrale; perchè il teatro è proprio di fronte alla chiesa in cui sono stato battezzato e perchè è stato proprio nel foyer del Teatro che ho esposto la mia prima mostra di pittura.”
Come è facile immaginare, anche l’edificio stesso è eccentrico e particolare quanto l’artista.
Le facciate e il tetto sono decorate da “panini” e uova mentre non appena si entra nell’atrio ci si trova di fronte ad una macchina anni 50 con all’interno un manichino posto al guidatore, la musica che va, la pioggia che cade al suo interno e sopra di essa sospesa una barca a vela di legno.
Il Museo si articola in 22 stanze ricchissime di opere dell’autore, dalle sue prime esperienze artistiche fino alle opere degli ultimi anni della sua vita.
Il costo del biglietto è di 12 euro ed è compresa anche la visita ai gioielli realizzati dal pittore.
Difficile descrivere le emozioni provate in presenza di quelle opere viste sui libri di scuola, sui wallpaper del computer o le cover degli iphone.
Probabilmente a chi non ama tale genere di arte risulterà stravagante, strano, a tratti inquietante; io personalmente lo ritengo geniale, viscerale e carico di simboli.
Le sue opere trasmettono ancora la sua eccentricità, rapiscono e travolgono allo stesso tempo.
Molti sono i dipinti e le strutture create che mi hanno colpito. Una tra questi è la sala Mae West, da lui stesso progettata e creata per rendere omaggio all’attrice americana anni 40 tanto amata da Dali.
Nella sala è ricreato il suo volto: con un divano rosso fuoco ha voluto rappresentare le sue labbra carnose, due stampe in bianco e nero, con un giusto gioco di prospettive, rappresentano i suoi occhi e un camino il suo naso.
Per poter vedere tutto nel suo insieme, è possibile salire su una scala posta ad una certa distanza e il volto prende forma.
Tra i gioielli mi ha letteralmente lasciato incatanta il “Cuore Reale”. Realizzato in oro con 46 rubini, 42 diamanti e 4 smeraldi ha all’interno un meccanismo che lo fa pulsare proprio come un cuore vero.
Purtroppo non abbiamo avuto moltissimo tempo per girare il Teatro-Museo, ma sono riuscita a visitarlo tutto.
È senza dubbio una visita senza tempo, senza avere la fretta di dover uscire. È un posto che va visitato senza pensare a nient’altro lasciandosi trasportare dalla sua grandezza.
Se avete in programma un viaggio in Spagna, non lasciatevelo sfuggire, non ve ne pentirete.