I gioielli perfettamente imperfetti di Yoko Shimizu
A Firenze la designer giapponese crea gioielli contemporanei tra alchimie e riflessi
Sarà il rigore e la leggerezza del Giappone, Paese d’origine della designer, conditi in salsa toscana, cioè della regione di cui sono originaria io e dove lei risiede… non so. So che a me i gioielli di Yoko Shimizu piacciono da impazzire. Leggi: qualcuno mi fermi o faccio una strage (di euro sul cc bancario)!
È uno stile semplice e armonico quello di questa fantastica jewelry designer che sperimenta con forme e materiali, costruendo i suoi gioielli un pezzo alla volta, fermandosi a vedere che effetto hanno sul corpo. A volte l’imperfezione è necessaria, altre volte deve essere rimossa, ma qualcosa rimane di inatteso, una sorta di calda tensione.
Le sue due collezioni sono molto diverse tra loro. La prima, , “Arno at night”, si ispira alla quiete notturna di Firenze, in cui è facile rimanere incantati a osservare il fiume che passa silenzioso sotto ai lungarni. Una massa nera che si muove lentamente, mai uguale a se stessa eppur sempre costante, in cui si riflettono le luci della città: barlumi dorati sfumati, mossi. Come la luce ballerina così il pennello sfiora il gioiello con un momento e un’energia sempre diversa, che rende ogni pezzo unico.
“Transformation” è invece una serie realizzata in resina colorata, come parte di uno studio sulle forme, i materiali e i colori. Così, pezzi di legno vengono trasformati in resina e la superficie del legno trasferita su quella della resina. Dal legno alla resina, dal naturale all’artificiale, dall’opaco al… trasparente. Una trasformazione che continua con il movimento di chi indossa il gioiello e il riflesso della luce, in cui costantemente qualcosa è perduto e qualcos’altro guadagnato.
Ah. Impazzisco. E a voi che effetto fanno?