Primo caso: nasce senza utero ma a 36 anni riesce a partorire un bambino
La protagonista di questa storia incredibile è Malin Stemberg, una donna che vive a Gothenburg, in Scozia, insieme al suo fidanzato Claes Nilsson. Purtroppo Malin è affetta dalla sindrome di Rokitansky, è nata senza utero. Le è stato impiantato, attraverso un’operazione, un organo artificiale ma comunque, nonostante lo desideravano più di qualunque altra cosa, non avrebbe mai potuto avere figli.
Claes non si dava per vinto, voleva realizzare il loro sogno, insieme. Così, riuscì ad includere Malin in un progetto rischioso all’Università di Göteborg, dove degli studiosi avevano coinvolto altre 9 donne oltre a lei, tutte nate con problemi che impedivano loro di avere figli. Avrebbero trapiantato loro, l’utero di altre donne, dopo aver ottenuto il consenso. Ewa Rosen, una grande amica di famiglia, di ormai 61 anni e con ormai 2 figli e 4 nipoti, si è subito offerta di donare il suo utero a Malin. In altri paesi, trapiantando uteri di persone appena decedute, avevano già provato a dare speranza a queste donne ma ogni tentativo era fallito. La giovane si è sottoposta all’operazione e dopo soli 43 giorni è avvenuto il miracolo biologico, per la prima volta nella sua vita, Malin aveva il ciclo! Dopo un anno dall’intervento, ha scoperto di aspettare un bambino! Il loro sogno stava per realizzarsi ma i medici li avevano messi sull’attenti. Con il trapianto dell’utero, quasi nessuna, fino ad allora, aveva superato le 25 settimane e comunque il bambino sarebbe potuto nascere troppo piccolo per poter sopravvivere. Infatti a 31 settimane sono arrivate le complicazioni e i medici hanno dovuto far nascere il piccolo con un taglio cesareo.
Vincent, questo il nome che avevano scelto per il loro angioletto, è stato il primo bambino a nascere sano e a sopravvivere dopo un trapianto d’utero in Scozia. Dopo di Malin, del suo stesso gruppo, altre 4 donne su 9, sono riuscite a dare alla luce i propri figli. Ewa, la donatrice, è diventata una specie di nonna per Vincent e Malin non finirà mai di ringraziarla.
“E’ stato un viaggio piuttosto difficile durato anni, ma ora abbiamo con noi il bambino più incredibile. Non è diverso da qualunque altro, ma avrà una bella storia da raccontare”, ha raccontato il padre.
L’Università ha raggiunto un incredibile traguardo, prima di allora si erano basati su 10 anni di intensive ricerche sugli animali e sull’allenamento chirurgico. Naturalmente, anche se di successo, questa pratica, ancora oggi, non può essere utilizzata come un intervento di routine. La storia di Malin ha commosso centinaia di persone ma soprattutto sta dando speranza a tutte le donne sfortunate che sognano un giorno di poter avere anche loro, un bambino proprio.