Deve andare in bagno prima dell’ecografia ma i medici non glielo consentono
Uno dei dolori più grandi è quello della perdita di un figlio, la persona che hai dato alla luce, che hai sofferto, che hai nutrito e cresciuto. Ma se la perdita di un figlio, avviene prima di conoscerlo? Si può paragonare secondo voi il dolore? Credo che l’aborto sia un discorso che nessuna donna ama affrontare ma l’aborto spontaneo è più frequente di quanto voi crediate e fa male, fa tanto male..
Molte di voi purtroppo sanno di cosa sto parlando, anche se nessuno sa che vi sia accaduto. Non è facile parlarne ma negli ultimi giorni sta girando un post su Facebook, diventato virale e che sta sostenendo e aiutando centinaia di donne. E’ stato scritto da Emily Christine Fauver, la ragazza che vedete nell’immagine:.
“Stavo per fare la visita, dovevo fare tantissima pipì, ma non me l’hanno permesso, mi hanno detto che non potevo andare al bagno perché con la vescica piena avrebbero visto meglio. Ero frustrata ma non solo perché dovevo andare al bagno ma perché, prima di poter vedere il mio bambino e potermi liberare, ho dovuto firmare circa 50 fogli! Finalmente mi portano sul lettino per la visita….
Tutti sorridevano, sapete la felicità della gravidanza è contagiosa. Vedevo le immagini sullo schermo di fronte a me, il mio cuore batteva forte, ero felice. Io e mio marito abbiamo aspettato quel giorno con un’ansia pazzesca. Ma le mie immagine erano diverse, non erano come le ecografie delle mie amiche ne come tutte quelle che avevo visto su Facebook. C’era qualcosa che non andava, il ginecologo non parlava. Anche mio marito aveva capito… mi strinse la mano.
Non era giusto… mi veniva da piangere ma sapevo di dovermi trattenere. Non riuscivo a guardare mio marito negli occhi, perché sapevo che vedendo anche il suo dolore, non mi sarei trattenuta. Mi hanno rimandato a casa, dicendomi che il mio corpo avrebbe rifunzionato normalmente. Così è stato. Il mio medico mi ha avvertito su tutto ma non mi ha messo in guardia sulle altre cose. Non mi ha parlato del dolore, del mio cuore a pezzi, di quanto sarebbe stato difficile vedere mio marito piangere ogni giorno.
Non mi ha detto che il mio corpo avrebbe continuato a credere di aspettare un bambino e che ci sarebbero volute settimane prima di tornare alla normalità. Non mi ha detto di come sarebbe stato difficile dire a tutte quelle persone che non ero più incinta.
Non mi ha detto che ciò mi avrebbe reso invidiosa. Non mi ha detto quanto sarebbe stato difficile perdere qualcuno che non avevo mai incontrato. Scrivo questo perché gli aborti spontanei sono più comuni di quanto credessi. Ma nessuno ne parla mai. L’ho scoperto quando ho iniziato a parlarne con la mia famiglia e i miei amici, ho capito di non essere sola. Sia mia madre che mia sorella avevano avuto un aborto spontaneo e io non lo sapevo. Loro avevano passato il mio stesso dolore.
Scrivo queste parole perché vorrei aiutare voi… parlatene, vi farà bene.. scoprirete di non essere sole e troverete la forza… ricordatevi che dopo tanto dolore, c’è ancora speranza.”