Papà che fai perché mi leghi, non andiamo al lavoro oggi?
Titina è un cane bellissimo e dolcissimo, ha lavorato molto nella sua vita, si perché lei non ha conosciuto il divano e le carezze, non ha conosciuto il calore di una casa, di un morbido cuscino. Titina ha iniziato a lavorare a due mesi, il suo Padrone l’ha da subito indirizzata alle prede, ha conosciuto con brutti metodi le regole ma d’altra parte Titina è nata per diventare un cane da caccia.
Il pane secco, il box freddo d’inverno e bollente d’estate, qualche calcione se sbagliava è stata la sua esistenza ma, se fiutava bene e il suo papà poteva vantarsi del bottino e riempirsi la pancia di cacciagione allora e solo allora riceveva un”Brava Titina”
Ma gli anni passano, le attenzioni ricevute sono state talmente poche che i suoi otto anni sono come quindici di un altro cane tenuto bene. Le zampine fanno male, il fiatone in montagna è troppo così il suo Padrone inizia a pensare ad addestrare un’altra piccola Titina.
Lei era un peso per il suo papà adesso, quel tozzo di pane secco giornaliero era un’incombenza troppo grande e la cosa peggiore era il posto in box che occupava, cioè vitto e alloggio gratis non era pensabile.
Così un giorno Titina viene caricata in auto, magari ha pensato di tornare a lavorare, la sua esperienza sul campo magari era stata apprezzata, la nuova arrivata forse non era brava come lei e il suo super papà aveva scelto ancora lei.
La fa scendere dall’auto e la lega ad un albero, che strana cosa avrà pensato adesso, poi ha aperto il portabagagli e ha preso il suo fucile..”Papà ma che fai, a me alla tua Titna che ti ha servito e scodinzolato anche ai calcioni che mi davi, no papà no perché….!”
Titina è stata uccisa a fucilate, fa parte dei 3000 cani da caccia uccisi nel 2016 dai propri Padroni, metodo veloce per togliersi dai piedi i cani non più produttivi per malattie o età. L’allarme è stato lanciato dagli animalisti, Toscana, Lazio, Abruzzo Sardegna e Piemonte i primi della triste lista, una vita di stenti e poi vengono fucilati fingendo un errore di caccia, alcuni dati in pasto ai cinghilai, la cosa sconvolgente è che chiedono anche risarcimento alle assicurazioni, ma in Italia è tutto consentito sui cani!