"Donne e carriera" non è un ossimoro
Ce lo racconta Elena Cortesi, Direttore Comunicazione Earned & Social Media per Ford Europa
Ho avuto il piacere di conoscere Elena Cortesi durante un tech drive organizzato da Ford per il lancio della nuova Ford Kuga a Valencia.
Sono rimasta subito colpita dal suo carattere, dalla sua educazione e dalla sua fermezza. Ho visto in lei la donna che avrei voluto essere e che non sono stata perché non ho avuto il coraggio di rischiare. Lei invece sì, è stata caparbia e ce l’ha fatta.. ma chiediamo a lei come è andata.
Ciao Elena, grazie per aver accettato la nostra intervista.
Raccontiamo alle nostre lettrici chi sei e che fai ora?
Sono una donna fortunata, caparbia, sensibile e con quella dose giusta di pazzia che ti aiuta a non essere stereotipata. Non sopporto la violenza e la prevaricazione dei più forti sui più deboli sono geneticamente programmata per relazionarmi con il prossimo e tendo ad essere generosa. 47 anni, un percorso di studi orientato alla conoscenza delle lingue e del marketing, esperienze lavorative in diversi settori (lusso, aerei,auto), da febbraio 2012 sono Direttore Comunicazione Earned & Social Media per Ford Europa, dove “Earned” sta per tutti i canali di comunicazione non di settore (automobilistico) dove il messaggio di un auto deve essere tradotto in un linguaggio diverso e deve essere supportato da assets molto consumer oriented.
La tua carriera, dalla gavetta ad oggi…
Ho iniziato la mia esperienza lavorativa come Corporate Clients Account di Poltrona Frau, personaggi molto facoltosi che volevano avere dalla casa, all‘ufficio, alla barca sino all’aereo con un interno Frau disegnato da un designer di ultimo grido. Ho imparato cosa significa: flessibilita’, prontezza, riservatezza e qualità. Poi un esperienza in Cina da free-lance per una societa’ di contracting (acquistavo anni di produzione di una certa specifica di prodotto tipo t-shirt o giocattoli che poi venivano importati e brandizzati da aziende Europee) che mi ha insegnato a cavarmela in un paese dove tutto è molto diverso da dove venivo, e a lavorare con una cultura che non conosce l’impegno preso ma cerca sempre l’affare migliore. E poi sono approdata in una delle poche aziende al mondo che fa interni per aerei commerciali (Boeing e Airbus) e mi sono occupata delle vendite per l’Europa ed il nord Africa lavorando con le principali compagnie aeree. Qui ho affinato le mie conoscenze tecniche e di materiali innovativi (il settore aeronautico è sempre stato all’avanguardia per soddisfare le molteplici esigenze di peso, resistenza e affidabilità degli aerei) e ho lavorato con persone meravigliose al punto che un paio di loro sono diventati i miei migliori amici! In Ford ho prima ricoperto ruoli di Sales Manager, Fleet Manager e PR Manager in Italia prima di affrontare questa nuova sfida europea.
Cos’è per te il lavoro?
Passione, curiosità, divertimento. Il tutto condito da preparazione, indispensabile se vuoi essere presa in considerazione. Ma di certo interpreto anche il mio lavoro come team coach con l’obiettivo di tirare fuori il meglio da ognuno dei componenti. Ogni professione ha un lato buio, fatto di aspetti meno piacevoli che spesso implicano un sacrificio; io cerco di mantenere la mia attenzione sul mio potere di generare qualche cosa, sulle sfide piccole o grandi che siano e sempre allargando gli orizzonti, scoprendo cose e persone nuove.
Spesso il lavoro è percepito come “quelle 8 ore di prigione per portare a casa un misero stipendio” tu cosa ne pensi?
Credo dipenda in parte da come ci si pone e dagli stimoli che riceviamo. Ci sono situazioni di stallo che possono inibire la voglia di cambiare e di cercare altrove quegli stimoli di cui abbiamo bisogno. Il mio consiglio è di non adagiarsi e di osare sapendo che ogni errore diventa una esperienza preziosa. Ogni tanto val la pena di “violentarsi” e uscire dalla bolla in cui ci siamo ritrovate.
Mi ha colpito molto di te il modo di porti con il prossimo. In fondo sei una top manager e potresti guardare gli altri dall’alto verso il basso. Invece no, o almeno con me non lo sei stata. Come mai?
Provo un rispetto profondo per ogni persona che incontro o con cui condivido alcuni momenti indipendentemente dal „ruolo“ che ha nella vita e sono sempre curiosa di capire qual è il valore aggiunto che può dare perché ognuno di noi ha un potenziale inespresso spesso tenuto nascosto e quindi ignorato.
In un momento storico/politico così triste per l’Italia e sopratutto per le donne, che consiglio ti senti di darci?
Se è pur vero che il momento non è dei migliori l’invito che lancio è di considerare questa profonda crisi anche come un opportunità di cambiamento. Alcuni segnali ci sono già, basti gurdare a quanta attenzione viene data al mondo femminile, ma molto sta a ognuna di noi a non vivere passivamente le avversità ma usarle come un training. Quando devo affrontare degli ostacoli nella mia vita quotidiana cerco sempre di raffigurarli nella mia mente come una tabella di allenamento in palestra: se non ci fosse l’asta più alta non riuscirei ad ottenere un miglioramento. Certo non tutti i giorni riesco a pensarla così, ma questo è il punto di partenza.
Tu hai fatto una scelta ben precisa, quella di trasferirti all’estero. Una scelta coraggiosa, quali sono i pro e i contro?
Nel corso della mia carriera ho avuto modo di lavorare in diversi paesi e conoscere una moltitudine di culture. La curiosità è sicuramente la molla che mi ha spinto unita alla consapevolezza che integrarsi in un nuovo paese, imparare una nuova lingua, adattarsi a nuove consuetudini ti fa tornare indietro di qualche anno. Mentalmente e’ come un reset dove però rimane la memoria del lungo periodo e quindi i tuoi affetti, le tue cose care non vengono cancellate.
Il sacrificio è non avere le persone care a portata di mano e quel mitico locale dove ero solita incontrare gli amici.
Ma passiamo oltre, del resto nella vita non c’è solo il lavoro ma anche una vita personale. Come riesci a coniugare il tutto?
Ci sono arrivata per gradi, ma oggi posso dire che è la priorità che ho dato alla mia vita di coppia pur conservando la mia individualità. Mi adeguo alle esigenze dell’altro ma non mi ci identifico. Cosiì facendo, se hai un altra metà intelligente e sinceramente legata a te le cose funzionano. Un altra cosa è non dare nulla per scontato. Quello che vivo oggi so che appartiene ad oggi e che domani potrebbe non andare più bene per esigenze diverse mie, sue o della vita stessa e quindi ogni attimo va vissuto come unico. E poi continuo ad essere circondata dai miei amici e dalla mia famiglia che completano la mia esistenza.
Entriamo su temi più leggeri..
Tu che sei sempre in movimento come fai ad essere a posto? Ci sveli i tuoi segreti?
Nel corso degli anni ho adottato una strategia del benessere che ti riassumo in:
– dormire quanto più possibile e recuperare nei week-end
– mangiare sano, molto verde e colorato e tenere a bada gli snack (specie durante i trasferimenti)
– sostenere il fisico nei cambi di stagione con vitamine e rimedi naturali (probiotici 360 giorni all’anno, due mesi di papaya fermentata a inizio primavera ed inizio autunno, vitamina C d’inverno e vitamina E d’estate)
– mantenere un costante movimento (mi sono recentemente presa una fuel band di cui sono vittima)
– prendersi dei periodi di break ad intervalli costanti
– sorridere quanto più possibile
Per l’aspetto estetico adotto un taglio di capelli che non necessita grandi pieghe, smalto semi-permanente per avere sempre le mani curate, trucco naturale così a sera non mi ritrovo con gli occhi da panda e una buona dose di femminilità nel scegliere gli accessori!
Viaggi molto per lavoro, spesso sola, hai mai avuto problemi? Ti faccio questa domanda perché mi rendo conto che tante volte può essere un limite essere donne e affrontare aeroporti e stazioni ad orari improbabili.
Dato il mio fisico non proprio minuto non ho mai avuto problemi di minacce fisiche o altro, diciamo che tendo a non dare molta confidenza e a rimanere sempre nei punti più appropriati (banchi di check-in, information desk, luoghi di ritrovo, etc). Ho subito alcuni furti ma non credo che l’essere una donna ne sia stata la causa.
Elena, ti lascio carta bianca se vuoi dirci qualcosa in aggiunta alle domande che ti ho fatto.
Vorrei aggiungere un consiglio a tutte le lettrici: non negate il vostro essere femminile convinte che sia la chiave per essere accettate nel mondo del lavoro perché è proprio nella nostra natura che possiamo fare quella differenza per avere successo.