Femen: il caso Free Amina e l'indignazione delle donne di Muslim Women Against Femen
Nelle battaglie per azioni civili, la libertà femminile e l'uguaglianza sociale, l'arma vincente sono le tette al vento?
Avete sentito parlare di Femen, il movimento internazionale di attiviste in topless che manifesta per l’uguaglianza sociale e professa il femminismo del terzo millennio? Ultimamente sono state ancor più nell’occhio del ciclone per due episodi: le manifestazioni in difesa della giovane tunisina Amina (Free Amina) e la risposta indignata di molte donne musulmane che hanno costituito su Facebook il movimento Muslim Women Against Femen. Amina Tyler è una ragazza tunisina di diciannove anni che dopo aver postato la propria foto in topless su Internet sostenendo la nascita del gruppo Femen in Tunisia ha ricevuto minacce di morte.
In risposta Femen ha organizzato il 4 aprile l’International Topless Jihad Day raccogliendo attiviste in tutto il mondo a seno nudo che hanno manifestato per la libertà di espressione di Amina e per la sua salvaguardia.
La stessa Amina Tyler, in un’intervista alla tv francese ha preso le distanze dalla topless Jihad di Femen che ha generato l’indignazione di molte donne musulmane, riunitesi nella pagina Facebook Muslim Women Against Femen.
Qui donne, ragazze e bambine musulmane postano le loro foto in vestiti tradizionali o di moda occidentale, con o senza hijab (velo tradizionale che ricopre il capo) ma lontane dal topless delle Femen “sexstremist” (sesso-estremiste, così hanno ribattezzato le attiviste Femen), accusate di islamofobia ed imperialismo.
Partendo da questi ultimi avvenimenti l’impressione che ho da un po’ su Femen è sempre meno quella di un movimento femminista e sempre più di un fenomeno di immagine. Nel credo di Femen il femminismo del terzo millennio deve essere rivoluzionario e manifestare a seno nudo è l’unico modo per avere attenzione sulle donne ed essere ascoltate, come nelle parole di Inna Shevchenko, attivista “icona” di Femen.
Dalla prima protesta in topless nel 2008 in Ucraina per denunciare il turismo sessuale del paese, la provocazione del topless mi sembra diventato un clichè, un giochino sempre più rivolto verso il movimento stesso, piuttosto che il motivo della singola protesta.
Sento “Femen” e penso a “brand”, al buzz mondiale attorno a fatti di cronaca (il caso Amina, l’incontro in Germania tra Putin e la Merkel) all’art work delle foto sul sito che migliora di volta in volta, alle attiviste la cui immagine ricorda sempre più quella di modelle/rockstar, ai gadget ed al merchandise del Femenshop.
Voi vi riconoscete in questa idea di femminismo del terzo millennio? Per quel che mi riguarda temo di essere rimasta al millennio passato.