20 anni di meno: essere MILF è un peccato?
David Moreau propone una commedia sulla differenza d'età, sulla riscoperta di se stessi, sull'amore che rende migliori... a qualsiasi età!!
La storia è semplice: Alice Lantins (Virginie Efira) ha 38 anni, è bella, ambiziosa e totalmente dedita al lavoro al punto da aver dimenticato la propria vita privata. Apparentemente ha tutte le qualità per diventare il nuovo capo redattore della rivista Rebelle, ma ha una pecca, quella di apparire un po’ impacciata e poco disinibita.
Quando il giovane e affascinante Balthazar (Pierre Niney), che ha appena compiuto 20 anni, incrocerà il suo cammino, lo sguardo dei suoi colleghi cambierà decisamente.
Intuendo che quella è la chiave per ottenere la tanto agognata promozione, Alice fingerà di vivere un improbabile idillio.
Come ha affermato anche lo stesso regista, David Moreau, è una commedia molto differente da quelle proposte dal cinema francese finora: parla di una donna che finge di essere innamorata per raggiungere altri scopi e che poi finisce per rimanere intrappolata nel suo stesso gioco.
La storia in sé, graziosa e coinvolgente, in realtà passa un po’ in secondo piano rispetto alle tematiche e agli spunti di riflessione che il film solleva.
La società ci spinge verso il conformismo, a restare all’interno delle convenzioni, come se anche la felicità fosse regolamentata. La diversità fa paura. Le persone temono lo sguardo degli altri, i giudizi negativi che a volte diventano anche violenti. Ma quando la singolarità, l’originalità vengono accettate, tutto diventa possibile.
Il film racconta questo, ma racconta anche dell’angoscia di quelle donne che escono con uomini più giovani chiedendosi inevitabilmente: “Sarà ancora così innamorato tra cinque anni ?” .
I giovani non si pongono domande sulle conseguenze delle proprie azioni, la giovinezza ti porta a credere di essere immortale, ma con il passare degli anni si diventa più “paurosi”.
Sarà proprio grazie alla spontaneità di Balthazar che Alice aprirà gli occhi e tornerà ad essere se stessa.
Alice di fatto è arrivata a 38 anni, è divorziata e da allora è single con una figlia di 13 anni (Zoé).Ha una vita super organizzata e strutturata, troppo spesso noiosa per quanto sia regolare, ma non se ne rende neanche conto.
È arrivata a questo per rassegnazione, ad un certo punto ha accettato di mettere da parte i sogni e di seguire la strada che le è si è delineata davanti.
In una scena del film si vede che ha un delfino tatuato sulla zona lombare, una specie di indizio che ci rivela che tipo di ragazza sia stata. Da ragazzina Alice ha scritto un libro, “L’isola senza oceano”, non è stato un best seller ma rappresenta alla perfezione la sua voglia di esprimersi andando al di là delle regole precostituite. Ma l’insuccesso del libro, seguito dal matrimonio con un autore intellettuale e brillante, l’hanno spinta a guardarsi in maniera diversa, a negare chi fosse veramente.
È diventata una “persona seria”, nell’accezione più triste del termine, ha abbandonato il suo sogno di diventare scrittrice diventando giornalista di moda e fa la mamma di famiglia per bene.
Single da dopo il divorzio, crede di essere felice e in perfetto equilibrio, in realtà non si lancia mai, non si “sporca” mai, non si permette di innamorarsi e nemmeno di soffrire, insomma un’altra imposizione.
Balthazar non ha paura di nulla, soprattutto non ha paura di amare. È giovane, curioso e pieno di vita. Stare con lui la obbligherà a rimettersi in discussione, a superare le paure e i pregiudizi che scandiscono la sua quieta monotonia.
Una donna che sta con un uomo molto più giovane di lei viene definita in modo poco lusinghiero COUGAR o MILF (Mother I would like to Fuck, in italiano più o meno Mamma Scopabile), nulla che abbia un’accezione positiva, perché?
Perché forse il desiderio di una donna intimorisce?
Sta di fatto che è tristemente ancora così.
Io devo ammettere che sono sempre un po’ reticente nel credere in rapporti sentimentali in cui lui è molto più giovane di lei.
La donna per natura è già più avanti dell’uomo (parlo di maturità sentimentale), non dico che un uomo smetta di amare la sua compagna dopo 5-10 anni solo perché il suo corpo invecchi inevitabilmente in modo evidente, ma è naturale che prima o poi le esigenze fisiche e sentimentali cambino di pari passo con l’età anagrafica.
Io credo che storie di questo tipo siano perfette per segnare un passaggio, non per durare “per sempre”: lui si innamora di una donna matura e con lei diventa grande, lei riscopre la freschezza e la leggerezza che credeva perdute e può ricominciare con una consapevolezza ritrovata che le permetta di avere meno paura di amare e maggiore autostima.
Forse mi sbaglierò, ma non riesco ancora a vederla diversamente, voi che ne pensate?
“20 anni di meno” sarà al cinema da questo giovedì 9 maggio, vi piacerà!!