I vantaggi del Kindle (tra cui farne un’opera d’arte quando lo schermo si rompe)

Sono passata a Kindle da quando me lo hanno regalato per Natale un paio di anni fa e devo dire che once you go Kindle, è difficile tornare indietro. Sono troppi i vantaggi e le comodità:

– è tascabile, portatile ovunque, leggero come un libro di venti pagine, e ci sta dentro di tutto

– si possono leggere non solo libri, ma file di testo qualsiasi (basta inviarli alla propria casella di posta kindle)

– si può adattare la formattazione ingrandendo o riducendo i caratteri a seconda delle esigenze

– si possono effettuare ricerche nel testo (il sogno di ogni lettore)

– si possono prendere note taggando alcune zone del testo e mettere segnalibri (anche più di uno, per più lettori, sullo stesso file)

– può connettersi a Internet (ma per navigare, diciamolo, è meglio un semplice smartphone)

– si risparmia (non poco) sull’acquisto di libri

– si inquina meno (nonostante ci sia chi si ostini a sostenere il contrario) e chiaramente l’effetto è massimizzato quanti più ebook si leggono sul dispositivo

Poi sarà che è piccolo, leggero, non retroilluminato, non so, ma il Kindle è un oggetto a cui ti affezioni molto, un piccolo animale tecnologico domestico. Come tutti gli oggetti tecnologici, però, anche il Kindle può – oddio non posso mettere la parola vicino a Kindle – rompersi. Eh sì, un volo dal balcone o un tacco dieci sullo schermo non gli fanno certo bene.

Bene no, penserebbero Sebastian Scmieg e Silvio Lorusso, ma di sicuro produrrebbero un effetto interessante. I due si sono accorti di una certa poeticità dietro all’immagine degli schermi Kindle rotti – quella ragnatela di pixel e schizzi di inchiostro virtuale che tante imprecazioni farà proferire inizialmente al proprietario – e ne hanno fatto, neanche a dirlo, un ebook (scaricabile qui, ma si può anche ordinare in cartaceo su Lulu). 56 Broken Kindle Screens è una drammatica e meravigliosa raccolta di Kindle rotti.