10 segnali che indicano che non ti ami abbastanza
Amare se stessi è molto importante per avere una vita felice! Si, perché il modo in cui affronti i problemi, la tua capacità di rialzarti quando cadi e il tuo modo di approcciarti agli altri, dipende completamente da quanto ami te stessa/o. Non parliamo certo di narcisismo, egoismo e troppa autostima, ma di un sano volersi bene, e di una cosciente consapevolezza che tutti meritiamo amore e tutti abbiamo tanto da offrire. Ogni essere umano è speciale e unico, e nessuno ha la possibilità di conoscerti bene come te stesso.
Di seguito 10 segnali che indicano che non vi amate abbastanza e di conseguenza non riuscite ad essere felici.
1. Non ti apri agli altri
Principalmente le persone che non si amano, fuggono dalle relazioni, non riescono ad aprirsi agli altri e si chiudono in se stessi, pensando di non meritare l’amore e nascondendo questa mancanza di autostima.
2. Non passi del tempo da solo/a
Se quando sei da solo senti una sensazione di disaggio, significa che ciò che vedi dentro di te non ti piace. Dovresti godere della tua compagnia e non fuggire da te stesso.
3. Non esprimi le tue idee
Se ti conformi sempre allei idee degli altri, senza esprimere mai le tue opinioni, significa che hai una scarsa autostima
4. Non ti “coccoli” abbastanza
Tutti abbiamo un bambino dentro di noi, che ha bisogno di attenzioni e coccole, ogni tanto soddisfa qualche capriccio, fa qualcosa per te stesso che ti faccia sentire bene. Se non lo fai vuol dire che non ti dai la giusta importanza.
5. Non apprezzi i tuoi successi
Parliamo di successi quotidiani, nel tuo ambiente, per la tua famiglia. Se non riesci ad apprezzare quello che fai, non ti ami abbastanza.
6. Ti tratti troppo duramente
L’autocritica è una cosa positiva che ci aiuta a capire i nostri errori e a crescere, ma non bisogna essere troppo duri con se stessi, al punto di punirci psicologicamente.
7. Non curi il tuo corpo
Se non hai cura del tuo corpo significa che hai una mancanza d’amore per te stesso, nel profondo. Il corpo è il nostro tempio, non bisogna fissarsi eccessivamente ma coccolarlo si.
8. Non motivi te stesso/a
Tutti possiamo fallire, anzi capita a tutti prima o poi. Ciò che fa la differenza tra chi raggiunge gli obbiettivi e chi no, è la scarsa fiducia in se stessi. Chi si ama sa motivarsi e non si arrende.
9. Non ti fidi di te stesso/a
Non credi nelle tue capacità e ti disprezzi spesso, quindi evita di continuare a ripeterti che non ce la farai o che non sei capace, è un campanello d’allarme.
10. Non ti senti libero/a di essere chi sei
Cerchi di interpretare qualcuno che non sei, solo per paura di non piacere agli atri. Pensi che se fossi te stessa non otterresti l’approvazione della gente. Non ti serve l’approvazione degli atri, ognuno è come è.
Questo è uno dei poemi più celebri di Charlie Chaplin e ci offre una favolosa lezione sulla conoscenza personale e sui benefici di amarsi, e chissà troviate anche la forza di lavorare sulla vostra autostima. Il brano incomincia così:
“ Quando ho incominciato ad amarmi davvero
ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione
al posto giusto al momento giusto
e che tutto quello che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama…Autostima”
Di seguito uno spezzone di un film di Charlie Chaplin, per godere della sua semplicità e della sua comicità.
La storia ci racconta che in quel periodo solo i nomi di due uomini brillavano sopra tutti gli altri: Charlie Chaplin e Sigmund Freud. Due persone completamente diverse e agli antipodi ma, paradossalmente, molto vicini. Il padre della psicanalisi era così importante che Hollywood gli ha fatto la corte per anni per poterlo inglobare nella loro produzione e la MGM attiva a offrirgli 100.000 dollari per far parte di una nuova produzione, ma lui rifiuta. Ad attirare il mercato del cinema non erano le conoscenze di Freud ma la sua faccia.
Freud però segue il mondo del cinema e nel 1931 invia una lettera ad un amico nella quale descrive la sua profonda ammirazione per una persona che definisce un genio! Questo genio è Charlie Chaplin. In questa lettera Freud si lancia in un’analisi superficiale delle varie interpretazioni di questo dolce attore e arriva alla conclusione che Chaplin è un uomo che ogni giorno guarda all’interno del suo cuore e che, nonostante le difficoltà, trova sempre il modo di affrontare le barriere della società e risolvere i problemi con l’amore. Non sappiamo se Freud aveva visto tutta la potenzialità di Chaplin, ma sicuramente questo poema ci racconta molto del suo cuore e conflitto interiore. Il brano, scritto il giorno del suo settantesimo compleanno, può essere considerato un vero trattato sull’essenza del vivere poiché parla di autenticità, maturità, rispetto, amore di sé, semplicità, umiltà, pienezza e saper vivere.