Hipster dixit: il primo manuale per diventare un/a perfetto/a hipster
E tu da che parte stai della barricata di Rayban Wayfarer, Vans e cibo bio? Vero hipster o wannabe? Scopriamolo insieme
Da 1 a Portlandia quanto vi sentite veramente hipster? L’ebook Hipster dixit: manuale per diventare un hipster con i baffi vi farà capire quanto ne sapete (e quanto praticate) dell’hipster lifestyle (musica, moda, food, viaggi ecc…). Pubblicato da Fazi editore, questo manuale baffuto è l’ultimo lavoro di Camilla Sergagiotto, autrice televisiva, giornalista, web writer e scrittrice.
Cosa ascolta un vero hipster? Come si veste? Cosa mangia? Quali sono le mete di vacanza, o meglio, di pellegrinaggio dell’hipster on the road? Niente è lasciato al caso, un hipster non si riconosce nella cultura mainstream, o di massa, ma si sa che la strada per l’inferno è sempre lastricata di buone intenzioni.
Se non volete rischiare errori/orrori come ordinare un doppio Mac burger o farvi beccare la playlist di Rihanna caricata sull’iPod, Hipster dixit può tornarvi molto utile nel vostro percorso di auto-consapevolezza hipsterica.
Questo ebook di 292 pagine prende per mano il lettore e lo accompagna in un diorama (concetto caro al mondo hipster) fatto di camicie di flanella e flea market, scarpe con lacci ma da portare rigorosamente senza, fenomenologia della montatura degli occhiali, musica indie d’annata e di ultima uscita e rivela scottanti verità, come ad esempio quella sulla gonna a pantalone, anti-sesso in un mondo mainstream ma altamente erotica per l’hipster doc, quindi baffuto.
Hipster dixit svela i titoli di libri e film che piacciono a chi non vuole piacere agli altri (o quanto meno alla massa, perché tra di loro gli hipster sono omologati come lattine di Coca-Cola), dà a chi vuole avvicinarsi a questo mondo gli strumenti per farlo ma altrettanto fa desistere gli sprovveduti dal credersi hipster (mica tutti possono impazzire per Wes Anderson, i centrifugati di frutta e verdura e lo spleen Baudeleriano)?
Perfetto per sapere dove andare in qualche trasferta di hipsteria, da New York a Berlino, da Portland a Bologna, Hipster dixit vi guida tra locali, cinema, negozi, mercatini e caffetterie hipster. O meglio, caffetterie ibride hipster, perché un hipster non prende un caffè in un bar caffetteria e basta (ma siete matti?), quelle hipster sono caffetterie/negozididischi, caffetterie/librerie (bookbar), caffetterie/fiorai, caffetterie/mostred’arte ed il caffè espresso è quasi bandito, molto meglio caffè lungo americano o d’orzo.
E voi, quanti “celo” spuntereste tra la passione per la bicicletta come mezzo di trasporto urbano, il cibo biologico a km zero, il tè e gli infusi detox, gli skinny jeans ad ogni costo, i film di Michel Gondry, i libri di Bret Eston Ellis, la poesia della beat generation et cetera (cit. Hipster dixit: “come direbbe un hipster per sfoggiare un latinisimo dèmodè”)?.
Non pensate che sia tutto qui, la lista dell’hipster way of life è lunga e complessa, la stessa Camilla Sernagiotto svelerà solo alla fine del libro se è una vera hipster oppure no…Secondo voi?