Intervista a Simon Falvo: una vita in viaggio
Quante volte avete detto "Basta, adesso mollo tutto e parto"? Simon l'ha fatto, ce lo racconta in questa intervista
Ogni volta che ho avuto a che fare con Simon Falvo, qualcosa di lei mi ha colpita. La prima volta che l’ho incontrata, un paio d’anni fa al BTO, mi ha colpito il suo modo di essere estremamente socievole oltre che social: spesso chi ha quasi 13.000 follower su Twitter non ha molto tempo da dedicare alle conversazioni face-to-face… lei sì, e con tutto quello che ha da raccontare si può fare il giro del mondo semplicemente sedendo accanto a lei a cena.
Il carattere aperto di Simon mi ha colpito di nuovo quando l’ho contattata per questa intervista: mi ha risposto subito con entusiasmo – come se non fosse l’ennesima volta che qualcuno la intervista sulla sua vita in viaggio – ed eccoci qua.
Chi è e cosa scrive Simon Falvo l’ho già raccontato in questo post in cui recensivo 5 travel blogger italiane, adesso lascio la parola a lei che può raccontarvelo in prima persona e alle sue bellissime foto.
Quando hai iniziato a viaggiare? Qual è il viaggio che tu consideri il tuo primo vero viaggio?
Ho iniziato a viaggiare da adolescente, quando andavo in Inghilterra e in Austria per imparare le lingue, e ne approfittavo – di nascosto dai miei genitori – per esplorare i dintorni.
Quando ero universitaria, e i primi anni dopo aver iniziato a lavorare, ho viaggiato soprattutto in macchina e in tenda in Grecia, Spagna, Turchia, Inghilterra, con il mio compagno di allora. I voli all’epoca costavano una follia e i soldi erano pochi. Le mete esotiche erano solo per i ricchi e i cataloghi.
Il primo vero viaggio, quello che mi ha fatto scoprire cosa significa per me viaggiare, è stato in Marocco. Dopo 10 anni di vacanze (e vita) quasi in simbiosi, io e il mio compagno ci siamo lasciati. È stata la mia prima esperienza da sola, e ho capito che quella era la mia dimensione.
La tua carriera, da ciò che si può leggere nella tua bio, è iniziata in tutt’altro settore. Quando hai deciso di mollare tutto e diventare la globetrotter che avevi sempre sognato di essere?
Ho lavorato 11 anni in una banca d’affari (in Fusioni & Acquisizioni, dove si lavora tantissimo e spesso il sabato e la domenica sono un miraggio) e poi 8 anni in un’agenzia di Pubbliche Relazioni. Nonostante i ritmi stressanti, per molto tempo mi sono divertita lavorando e ho imparato moltissimo.
A un certo punto, senza quasi accorgermene, sono entrata in una spirale negativa, fino ad andare ‘in tilt’. È lì che ho capito che nella vita nulla vale più del tempo. Per se stessi, per fare le cose che ci piacciono.
Ho rivoluzionato la mia vita e mi sono dedicata alle cose che amo: viaggiare, scrivere, cercare di cristallizzare luoghi e momenti meravigliosi nelle mie fotografie.
Come hanno reagito le persone intorno a te, familiari, amici e colleghi?
Mi vedono serena e sorridente, e sono contenti per me. Molti leggono i miei racconti di viaggio, mi seguono sui social network e sono sempre curiosi di sapere quale sarà la mia prossima meta. E poi mi prendono in giro, perché per vedermi si devono prenotare…
Viaggiare a tempo pieno non è per tutti. Secondo te che caratteristiche si devono avere per poterlo fare?
Non vivo ‘on the road’, anche se sono in viaggio per circa 9 mesi all’anno. È vero, il viaggio a tempo pieno – o quasi – non è per tutti. Bisogna avere capacità di adattamento, apertura, voglia di scoprire mondi diversi e di abbandonare le proprie sicurezze e abitudini.
I tuoi viaggi ti hanno cambiata? Quali sono le cose più importanti che hai imparato viaggiando?
In modo diverso, ogni viaggio mi ha cambiata e arricchita. Le cose più importanti che ho imparato sono le scoperte di me stessa: l’amore per la natura, i luoghi selvaggi e isolati, il bisogno di silenzio, la passione mai sopita per l’arte e l’architettura, il piacere di andare in un luogo senza un itinerario preciso, libera di cambiare e di scoprire giorno dopo giorno.
Viaggiando, ho scoperto quante cose dimenticate si possono riscoprire nei paesi poveri, a partire dalla capacità di sorridere che noi, spesso, sembriamo avere perduta.
Si dice “Vedi Napoli e poi muori.” Tra quelli in cui sei stata, qual è secondo te il posto che tutti dovrebbero vedere una volta nella vita?
Il mondo è troppo bello e vario per poter scegliere ‘il luogo della vita’.
Tra le città, Roma per me rimane unica e commovente nella sua bellezza. Solo a Roma si possono vedere e ripercorrere oltre 2000 anni di storia, arte e cultura.
La vista sulle Alpi dal Piccolo Cervino e la Cordillera Blanca in Perù sono tra i paesaggi di montagna più belli che abbia mai visto.
E poi c’è il deserto, da vivere in tenda, per sentirne l’immensità e la grandiosità.
Il tuo blog Wild About Travel è uno dei più seguiti del mondo, ma conserva ciò che molti travel blog affermati perdono nel tempo: è rimasto un diario di viaggio, che racconta di te e di ciò che vivi in modo autentico, senza artifici. Cosa rappresenta per te?
Viaggio prevalentemente da sola, eppure mi piace condividere emozioni, racconti, immagini. Wild About Travel è lo specchio di una passione, e la speranza di essere fonte di ispirazione.
In quale parte del mondo ti ritroveremo nel prossimo futuro? Cosa c’è nell’orizzonte di Simon?
Mi piace affidarmi al caso e seguire il mio istinto, e difficilmente faccio piani a lunga scadenza. A breve andrò in Provenza e in Svizzera, alla scoperta di montagne e ghiacciai che ancora non conosco. Poi vorrei fare un lungo viaggio, in Africa o in America Latina.
Ci sono così tanti luoghi che ancora non conosco, e come sempre, al momento giusto, seguirò quello che mi dice il cuore.
… e noi ti seguiremo mentre tu segui il tuo cuore. Grazie Simon!