Come organizzare un perfetto Natale eco friendly
Dall'albero al cenone tutte le dritte più interessanti!
Come organizzare un perfetto Natale eco friendly? Per chi è sempre attento all’ambiente e a non avere un impatto troppo pesante sulla nostra amata terra, organizzare delle feste di fine anno amiche della natura è di primaria importanza, per non rischiare di compiere scelte che possano metterla a dura prova. Dalla scelta dell’albero a quella del menu che finirà sulle nostre tavole, senza dimenticare addobbi e accessori, sono tanti i modi per poter organizzare un sereno e perfetto Natale eco sostenibile.
Iniziamo dalla decorazione che non può mancare nelle case di tutti gli italiani, l’albero di Natale: è sempre meglio scegliere un abete vero al posto di uno finto di plastica, perché, come sottolineato da FSC, organizzazione no profit che si occupa di certificazione dei prodotti forestali, la plastica usata ha costi ambientali e di smaltimento molto alti. Mentre gli abeti veri dovrebbero provenire da piantagioni specifiche e a fine Natale si pianta in giardino.
Le luci meglio accenderle poco e scegliere quelle a LED a bassissimo consumo: non teniamo le luci dell’albero, del presepe o messe sul balcone accese di continuo. Non solo rischiamo di veder schizzare in alto la bolletta della luce, ma saremmo complici di uno spreco di corrente davvero inutile. Pensiamoci bene prima di accendere ogni singola luce di Natale.
A tavola no, assolutamente no, a posate, piatti, bicchieri, tovaglie, tovaglioli di carta usa e getta: non solo non è bello fare un pranzo di Natale o un cenone di Capodanno nelle stoviglie di plastica, ma avete idea a quanta immondizia andremo a produrre il giorno dopo? Assolutamente banditi per le feste di fine anno.
E facciamo molta attenzione anche al Menù: Legambiente suggerisce di utilizzare solo prodotti tipici del Made in Italy magari che siano frutto di agricoltura biologica o del commercio equosolidale. E magari a chilometro zero. Il WWF dice no a patè di fegato d’oca o datteri di mare: il primo per la sofferenza che devono patire le povere oche ingrassate a forza per finire sulle nostre tavole, i secondi perché la loro pesca è vietata in Italia e nell’Unione Europea.
E assolutamente no all’anguilla: lo sapete che rischia l’estinzione?