Isole Galapagos: Perché sono così famose?
Alla scoperta delle isole Galapagos, le Isole Incantate: un viaggio tra sogno e realtà, uno di quelli che si dice si faccia una sola volta nella vita
Erroneamente chiamate le Isole di Darwin e forse meglio identificate come le Isole delle tartarughe giganti, che ci si riferisca alle Galapagos con l’uno o con l’altro appellativo, non si riesce a cogliere pienamente la particolarità di questo arcipelago nel mezzo de Pacifico, a 1000 km dalle coste ecuadoriane, ma in un certo qual modo possono essere accezioni che stimolano alla scoperta delle Isole Incantante.
Le tartarughe giganti ci sono, certo non sono per la strada ma bisogna cercarle.
Se si vogliono vedere allo stato libero bisogna scovarle camminare e ruminare foglie nelle fincas della parte di alta di Santa Cruz.
In alternativa si deve andare nei centri di creazione appositi, Centro Charles Darwin a Puerto Ayora, dove sino a un anno fa era custodito il mitico “Solitario George“, e Centro di Creazione delle Tartarughe giganti di Puerto Villamil (Isola Isabela), dove scienziati di tutto il mondo le studiano e se ne prendono cura salvaguardando le diverse specie provenienti da diverse isole dell’arcipelago.
Se quindi vada pure il soprannome “Isole delle tartarughe giganti”, un pò più azzardato è “le Isole di Darwin”.
Charles Darwin infatti non ha mai dichiarato di avere avuto l’illuminazione sulla teoria dell’evoluzione alle isole.
Soggiornò alle isole appena 5 settimane, qui notò qualcosa di interessante ma i suoi studi seguirono per altri 9 mesi da aggiungere ai 3 anni di viaggio lungo le coste latino Americane.
Il contributo delle isole è stato importante ma non determinante, tantomeno la causa delle sue riflessioni e della sua teoria in fase di stesura finale.
Eppure la sua presenza e la sua menzione hanno contribuito a rendere note le isole in tutto il mondo, facendo sì che tutt’oggi un viaggio alle Galapagos abbia un non so che di scientifico, e chiunque desideri fare una vacanza all’insegna del mare e delle palme forse dovrebbe pensare meglio prima di acquistare il costoso biglietto aereo e, forse, cambiare destinazione.
Abbandoniamo quindi l’idea delle spiagge bianche, resorts sulla spiaggia, palme e noci di cocco. Le Galapagos sono molto differenti da come ce le si può immaginare.
Le palme sono poche, se non lungo la spiaggia di Isola Isabala, e non sono neanche endemiche, i resorts tutto incluso non esistono, i bar sulla spiaggia con musica lounge nemmeno.
Le spiagge, quelle bianche di sabbia fine, si possono trovare, prendi Tortuga Bay e la stessa spiaggia di Isabela che però, per quanto belle, non giustificherebbero e non sono ragione sufficiente per rendere le isole una delle destinazioni più interessanti come le più care del Sud America.
Stiamo per avventurarci in isole formatisi 4 o 5 milioni di anni fa a seguito di eruzioni ed immersione di vulcani oggi sottomarini.
Isole nuove, considerata l’anzianità della terra, il cui assetto non è ancora definitivo, si registrano costantemente lievi spostamenti in direzione Sud-Est, dovuto alla forte attività vulcanica in particolare nelle Isole Fernandina e Isabela.
Siamo in delle isole nate dal fuoco in cui la lava che ha incontrato l’acqua ha lasciato delle bellezze naturali come i tunnel marini o dei curiosi viadotti sotterranei come i tunnel sotterranei terrestri.
Nonostante le piccole dimensioni, la flora e fauna endemica sono notevoli, in particolare sono da menzionare le iguane marine, i pinguini delle Galapagos, i secondi più piccoli del mondo, i fringuelli di Darwin, 13 specie diverse che presentano una diversa conformazione di becco dovuta alla capacità di adattamento e che incuriosirono lo studioso inglese, le otarie, gli albatros e i cormorano delle Galapagos.
Non è una spiaggia, né una particolare specie animale che rende le Galapagos un paradiso per scienziati e non.
È bensì un insieme di elementi a fare di questo luogo un agglomerato di esperienze di viaggio unico, attraente e degno di una visita approfondita.
Alle Galapagos non si è alla ricerca del bello ed esotico. Si è alla ricerca della vita.
È chiaro quindi che un viaggio alle Galapagos vada ben oltre il bikini e l’olio abbronzante, deve piuttosto essere vissuto come un tour in una Jurassic Park attuale dove gli animali non si ribellano all’uomo ma dove, anzi, l’uomo ha l’obbligo e il dovere si agire secondo le loro regole.
Il mio ricordo delle isole isole è fatto di pietra lavica e maestosi cactus che spuntano dalla pietra nera, camminate tra fregate magnifiche e sule dalle zampe azzurre annidare, albatros, nuotate con vanitosi leoni marini, regali razze e pacifici squali, slalom tra iguane marine e di terra. Le Galapagos offrono vita e ce la raccontano in pillole, danno da pensare e riflettere.
Siamo in uno di quei luoghi in cui le piccole cose acquistano, o riacquistano sarebbe meglio scrivere, la propria importanza ed intrinseca bellezza.
Perché le Galapagos sono famose
Metti perché Darwin ci ha messo del suo, metti perché le tartarughe giganti esistono davvero, il vero motivo che rende l’arcipelago così famoso è che il suo biosistema è praticamente rimasto immutato da sempre.
Questo significa che ogni isola, per piccola che sia, ne ha uno proprio, quindi ciò che si può vedere su un’isola non si potrà vedere in un’altra. La regola “vista una viste tutte“, non vale!
Per tale motivo è importante pianificare bene prima di volare alle isole senza essere bene informati e soprattutto a scatola chiusa, attenzione quindi alle agenzie che vendono pacchetti turistici di pochi giorni che limitano le visite a 1 o 2 isole (e solitamente vendono solo Santa Cruz e Floreana), ma soprattutto prima di pagare chiedete esattamente che animali vedrete, perché lasciare le isole senza vedere fregate magnifiche e sule dalle zampe azzurre annidare, perdersi le iguane di terra libere (che si trovano allo stato libero a Isola Plazas e Isola Seymour), o perdersi l’occasione di nuotare con leoni marini, razze e squali, significherebbe perdersi il bello e la vera unicità delle isole, credendo di avere viaggiato alle isole ma andando via invece senza esserne arrivati al cuore.
Perché andare alle Galapagos?
Non perché fa figo, né perché quanto più lontani si va quanto più esotico un luogo diventa, ma semplicemente perché quello che si avrà l’opportunità di vedere dentro e fuori dall’acqua è qualcosa di unico nel mondo.
È qui che si ha l’opportunità di vivere a stretto contatto con degli animali che molti di noi hanno visto solo nei libri o nei documentari e che emozionano piccoli ed adulti.
Non è necessario fare immersioni per scoprirne i fondali e flottare con le numerose specie animali che in alcuni casi mettono alla prova il nostro coraggio, sì, mi riferisco agli squali in particolar modo.
In acqua non si è mai soli, questo lo sappiamo, ma qui lo vediamo e lo viviamo.
Periodo migliore per andare alle Galapagos
Le Galapagos hanno un turismo attivo 12 mesi l’anno, i picchi di alta stagione corrispondono ad agosto, mese di vacanze per europei, in cui le barche e gli hotel si riempiono già ad inizio estate, e dicembre che ovviamente include Natale e Capodanno. In questi mesi i prezzi si alzano considerevolmente ed è importante prenotare con largo anticipo per non rimanere poi, una volta arrivati, a bocca asciutta.
Da dicembre a maggio la stagione corrisponde a quella calda, con picchi a febbraio, l’acqua si riscalda e così le temperature dell’aria.
A parte infrequenti acquazzoni in linea generale il cielo è sempre libero e il sole splende.
Da giugno a novembre comincia la stagione fredda e di Garua, quella sottile pioggerellina che non vuole l’ombrello ma da un po’ di fastidio, l’aria e l’acqua si raffreddano considerevolmente ma a dispetto di quanto si possa credere, è proprio in questi mesi che si può fare il miglior snorkeling, grazie alla presenza di pinguini, e la vita marina è molto attiva.
Gli scenari poi variano a seconda della stagione.
Se nella stagione fredda e di garua i panorami sono tetri e spettrali, e ricordano i racconti narrati nel libro “La Maledizione delle Tartaruga”, nella stagione calda i rami spogli di qualche mese prima si colorano e si rivitalizzano, così che uno stesso luogo non sembra più lo stesso. Un cambio ciclico e costante che rende, per lo meno per quanto mi riguarda, difficile consigliare quando andare.
Quindi che si voglia andare durante il nostro inverno o la nostra estate….la stagione è sempre quella giusta per scoprire le Isole Incantate!
Come arrivare alle Galapagos
L’unico modo per arrivare alle Galapagos, a meno che non si stia viaggiando lungo le coste latino americane in barca privata, è con l’aereo dall’Ecuador (Quito o Guayaquil).
Il costo del volo andata e ritorno è generalmente di circa $400/430 per persona.
Le uniche compagnie aeree che servono le isole sono LAN, AeroGal e Tame.
Vale la pena controllare i siti ufficiali perché a volte si possono trovare promozioni che vendono biglietti con uno sconto del 50% di cui approfittare velocemente.
Per chi arriva alle Isole in barca a vela, generalmente la maggior parte, forse tutte, le barche che fanno il giro del mondo si fermano nei porti dell’arcipelago per periodi più o meno lunghi, dietro pagamento di pedaggio (legale). Purtroppo però non è permesso girare in maniera autonoma tra le isole in quanto il traffico marino è regolamentato dal Parco Nazionale Galapagos, quindi anche se dotati di barca propria in questi casi è necessario pagare tour autorizzati dalle autorità del Parco.
All’aeroporto di Baltra o di San Cristobal all’arrivo si dovranno pagare $100 di tassa di ingresso al Parco Nazionale, tariffa unica per adulti e bambini.
Visto di ingresso e permanenza alle Galapagos
La durata massima di permanenza alle isole Galapagos, a meno che si sia dotati di visto speciale (6 mesi o 1 anno) o contratto di lavoro è 3 mesi non rinnovabile.
Regola valida anche per i residenti in Ecuador volta ad evitare il sovraffollamento alle isole. Trascorso questo periodo non si può tornare nell’arcipelago prima di un anno.