Wwf, le 16 specie animale più a rischio al mondo
Dobbiamo fare qualcosa e dobbiamo farlo ora, prima che sia troppo tardi.
Non sarà un bel Natale per molte specie animali a rischio in ogni angolo del mondo: il Wwf lancia l’allarme, spiegando che ci sono 16 specie che rischiano di non vedere il Natale 2018, visto il numero davvero esiguo di esemplari che oggi vivono sul nostro pianeta. La mappa lanciata dall’associazione in difesa degli animali insieme a un report nell’ambito della campagna natalizia “Wwf is calling” ci spiega quali sono le specie sul baratro dell’estinzione, animali, ma anche coralli e piante, che rischiano di sparire per sempre.
Secondo il Wwf, infatti, dal 1970 al 2012 l’uomo ha provocato un calo del 58 per cento dell’abbondanza delle popolazioni di vertebrati terrestri e marini: queste specie di vertebrati, di coralli e di piante che si stanno per estinguere, stanno per sparire a causa di “alcune attività umane in molti angoli del pianeta“. Come sempre è colpa nostra!
Sono 16 le specie sull’orlo dell’estinzione secondo il report di WWF: c’è il lupo rosso, che vive nel Nord Carolina, che attualmente può contare meno di 150 esemplari, l’orso marsicano, che vive nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con meno di 50 esemplari, il cavallo di Przewalski della Mongolia, con meno di 200 esemplari, il chiurlottello dell’Europea Orientale, con meno di 50 esemplari.
E ancora, il pangolino cinese, che dal 1960 ha subito un declino del 90%, l’aquila del Bonelli, che in Sicilia può contare solo su 40 coppie, la vaquita, nel Golfo della California, che dispone di meno di 30 esemplari. E ancora il kouprey di Cambogia e Laos, con meno di 50 esemplari, il bradipo pigmeo di Panama, con un centinaio di esemplari, la lucertola delle Eolie, con meno di 1000 animali.
Senza dimenticare il leopardo dell’Amur, che vive tra Mongolia, Cina e Russia, con meno di 70 animali, l’ara golablu, 50-250 esemplari, il gipeto, circa 10 coppie in Italia, il rinoceronte di Sumatra, meno di 250.
Ma non solo animali: sulle Madonie in Sicilia possiamo contare circa 30 abeti dei Nebrodi, mentre nel Mediterraneo la madreperla oculata negli ultimi 50 anni ha assistito a un declino più alto dell’80%.