“La portò a casa nostra e mi buttò fuori, con mia figlia di cinque mesi…”
Oggi voglio raccontarvi la mia storia. Ho iniziato ad uscire con Alexei quando avevo 25 anni e siamo andati subito a vivere insieme. Lui aveva cinque anni in più e mi amava o almeno così diceva. A 28 anni, 3 anni dopo, ho scoperto di essere incinta, ma mentre ero 7 mesi, ho scoperto che lui aveva un’altra donna, di sette anni più giovane di me.
Ho trovato un messaggio sul suo cellulare, in cui c’era scritto: ‘Polpetta, ti aspetto oggi?’. Così l’ho chiamato e ha iniziato con la sua valanga di scuse, aveva una sorta di riunione, poi le interviste, la cena di lavoro… è tornato a casa la mattina seguente. Per non rovinare il mio matrimonio, non ho detto nulla. Ho continuato a prendermi cura di lui e della casa. Cucinavo, pulivo, lavavo, stiravo. Sono orfana, non avevo nessuno con cui parlare e con cui condividere il mio dolore.
Nessuno con cui sfogarmi. Quando mi hanno ricoverata in ospedale, lui l’ha portata a casa nostra. Pensate che a ridirmelo è stata una vicina. Ha bussato x vedere come stavo e se era arrivato il momento del parto. Lui ha aperto la porta come se niente fosse, lei è uscita dal bagno, aveva la mia vestaglia addosso. Mi sono tenuta per me anche questo. Dopo la nascita della nostra bambina, si è aggrappato ad altro. Poiché la piccola piangeva e si svegliava frequentemente e la nostra casa aveva una sola camera da letto, mi ha detto che non riusciva più a dormire e che sarebbe andato a casa di un amico o del fratello a passare la notte…
Sono rimasta in silenzio e ho continuato a sopportare, solo perché volevo che mia figlia avesse un padre. Un giorno mentre stavamo litigando, mi ha perfino fatto pesare il fatto di aver preso 10 chili, di essere brutta, grassa e trascurata. Mi ha detto che le mogli dei suoi amici vestivano bene, mentre io ero solo una povera orfana.
Con il passare dei mesi iniziò ad alzarmi le mani. Lo faceva perfino quando il pranzo o la cena non erano di suo gradimento. Si infastidiva perfino per il pianto della bambina. Un giorno mi cacciò anche di casa. Io piansi e lo implorai in ginocchio, perché non avevo nessun posto dove andare.
Ha smesso di darmi i soldi e ha smesso di rientrare a casa a pranzo e a cena. Tornava a dormire, si alzava, si lavava e usciva. Iniziò a dirmi che gli avevo rovinato la vita, che vivevo a sue spese a casa sua e che lui non avrebbe mai voluto un figlio. Poi un giorno si è presentato alla porta insieme a lei, la sua amante Irina e mi dissero che avevo mezz’ora per liberare la casa. Ho pianto e supplicato di non buttarci in mezzo alla strada, mi sono inginocchiata, gli ho detto che non avevamo un posto dove andare, ma tutto quello che ha fatto è stato prendermi a calci nello stomaco.
“Guardati, sei grassa, puzzi, fai schifo. Guarda Irina, lei è una donna (era bella, magra e con bei vestiti, probabilmente costosi). Come posso vivere con una come te?”
Fu così che in un freddo pomeriggio d’inverno lasciai l’appartamento con la mia bambina di cinque mesi tra le braccia, per la strada, senza sapere dove andare. Ricordo molto bene quel giorno. Era già buio, erano le sette di sera, nevicava piano e i lampioni erano già accesi … Indossavo un cappotto autunnale e gli stivali. In una mano avevo una borsa con le mie cose e nell’altra mia figlia ben avvolta. Non avevo nemmeno un passeggino.
Non ha voluto nemmeno lasciarmi il mio cellulare, perché era stato lui a pagarlo. Avevo solo 10 dollari in tasca, così decisi di andare dove lavoravo come infermiera, prima di incontrare lui. Ho chiesto con le lacrime agli occhi al dottore di servizio di farmi dormire in ospedale. Me lo ha permesso, ma solo per una notte. Al mattino sono andata in un negozio di pegni, ho lasciato gli orecchini e la catena d’oro che indossavo e che non aveva notato. Mi hanno dato 70 dollari.
Quello stesso giorno ho affittato una stanza per 50 dollari al mese. Non avevo lenzuola, asciugamani o altro. Maria Sergeevna, la proprietaria, all’epoca aveva 62 anni, era molto malata e camminava appena. Non aveva figli, la sua era morta e non appena ha sentito la mia storia, mi ha detto che mi avrebbe aiutato con la bambina, se io avessi trovato lavoro. È stato difficile trovarlo, vista la mia mancata istruzione.
Un giorno mentre camminavo per strada, quel mostro ha accostato con l’auto e mi ha detto che non avrebbe più pagato l’auto intesta a me e che se avessi solo provato a chiedere il mantenimento, mi avrebbe tolto mia figlia, dato che non avevo ne una casa ne un reddito fisso.
Ho trovato lavoro come addetta alle pulizie per 70$ al mese e la sera facevo la lavapiatti in una caffetteria per 30$, ma non ce la facevo a pagare la rata dell’auto, che era di 110 per due anni. La notte tessevo, facevo calzini e pantofole che poi vendevo al mercato. Continuavo ad indossare il mio cappotto autunnale, perché non avevo i soldi per uno invernale. Ho iniziato poi a lavorare come bidella, dalle 5 alle 7 del mattino. Mi fermavo a guardare quelle bellissime donne ben vestite, con le loro auto costose. Pensavo a quanto fossero fortunate…
Rientravo a casa all’una del mattino, lavavo i miei panni e quelli di mia figlia, alle due andavo a letto e alle 4:30 mi alzavo per andare al lavoro. Non dormivo e non mangiavo e spesso svenivo. Ho perso 18 kg e anche parte della mia vista. Ero sempre pallida e tremavo. Per due anni non ho mai comprato nulla, era già tanto se avessi un tetto sulla testa. Non avevo la forza, ma non mi arresi, lavoravo sodo, perché non volevo portare mia figlia all’orfanotrofio, sapevo cosa volesse dire vivere in quei posti.
Ho vissuto cosi per 4 anni. Non descriverò in dettaglio tutto l’orrore, l’umiliazione, la tristezza, la fame e le lacrime che ho dovuto affrontare. Ho completamente pagato il credito per l’auto che il mio ex-marito guida, tutto con le mie stesse mani, la mia salute e le mie lacrime. Poi all’improvviso, un giorno, la mia vita è cambiata per sempre…
Dio mi mandò una donna, per cui andavo a pulire. Forse per pena, ma mi offrì un lavoro come segretaria, per 600 dollari al mese. Mi diede un anticipo per comprare vestiti e mi aiutò a iscrivere mia figlia ad un asilo nido. Tutto e iniziato a migliorare. Ho iniziato a frequentare corsi di informatica e mi sono laureata all’università come avvocato. Due anni dopo sono stata promossa, sono diventata manager e poi direttore commerciale di una grande azienda. Grazie al mio buon stipendio, ho comprato un appartamento con 3 camere da letto e una macchina.
Mia figlia va in una scuola privata e ha tutto. Chiama nonna Maria Sergeevna, a lei devo tutto. Ora ho un buon pretendente, è il direttore di una società di costruzioni… e non potete capire cosa mi è successo!
Volevo comprare un cottege, potevo permettermelo. Il proprietario ha detto al telefono che stava vendendo la casa con urgenza, perché aveva molti debiti, alcuni problemi finanziari e aveva bisogno di soldi. Sono andata con quest’amico a vederla e indovinate chi erano i proprietari? Il mio ex marito e la bellissima Irina!
Li guardai e mi ricordai di quello che era successo tanti anni fa … di quel pomeriggio d’inverno, quando la neve cadeva e le luci si accesero, io con mia figlia di cinque mesi in braccio … e 10 dollari in tasca. Avevo una macchina costosa, un cappotto costoso, ero magra, bellissima. Lui era grasso e depresso, insieme a lei, invecchiata e trascurata. Lo stesso uomo che mi aveva preso a calci, mentre lo pregavo di non buttarmi per strada.
Rimanemmo stupefatti per una decina di minuti, in totale silenzio… Sapete cosa ho fatto? Mi sono avvicinato a lui e gli ho sputato in faccia, con tutta la forza che avevo, con tutto il risentimento accumulato. Non si è nemmeno mosso… poi l’ho guardato e gli ho urlato: ” Non disperare, non bisogna mai disperare nella vita. Combatti!” E sono andata via. Oggi è ciò che mi ripeto: non mollare mai e non permettere a nessuno di umiliarti!