Rimettersi in forma e occuparsi anche di lei: la nostra Vanità
Dieta, sport, marito e figli. Ok, dove sei tu?
(sottofondo musicale Body and Soul di William Onyeabor)
Quando sei incinta la tua vita cambia, e anche i tuoi sentimenti; ci sono ormoni, nausee, pancia incontrollabile, ma va bene, perché quando sei incinta è la natura che fa il proprio corso; è come se tu non contassi più nulla, puoi decidere il colore della culla, ma sai a Madre Natura quanto glie ne può fregare! Lei in quel momento sta creando, plasmando una nuova vita dentro di te da zero! Secondo me si mette lì a guardarci e a pensare “che miseria… tanti sforzi e poi l’unica cosa che riesce a fare è comprare il Dudù al figlio, e io qui a fare il lavoro grosso… ”
Insomma, in quei nove mesi di sottomissione pura alla procreazione passiva da parte del tuo cervello e attiva da parte del tuo corpo, cuore e giudizio personale spariscono. Proprio non esistono più; ci si sente belle con i piedi gonfi e orgogliose se i jeans non ci entrano più, e questa sensazione si espande anche durante l’allattamento, uh com’era bello avere sei litri di latte sempre con sé!
Poi, un giorno, il parto sembra un vago ricordo, la poesia un pochino è svanita, gli ormoni si sono riassestati, la gioia è a tratti, Madre Natura sta godendo come un riccio e il tuo corpo non è il tuo corpo.
Sì, succede, perché se non sei preparata a ciò che affronterai non capisci che le cosce sono pezzi di carne e se le riempi di taaanto zucchero, quelle crescono! Quindi ti armi di forza e coraggio e quei jeans che hai tanto sbeffeggiato, ora proprio loro sono il tuo traguardo, ti chiudi in palestra e ti concentri solo sul punto Power invece che sul punto G.
Dopo qualche anno ti ritrovi presentabile e (a meno che tu non venga di nuovo colta da un atto di pura violenza psichica, come, che ne so, pensare di avere un ‘ALTRO figlio!) ti guardi allo specchio e pensi che tanto ormai la sensualità di un tempo non c’è più, non perché sei madre ma perché sei cresciuta…
Ecco, per me questa è la cazzata più grande del pianeta terra.
Non può essere, e questo già l’ho detto ma voglio ripeterlo, che una volta genitori si perda qualsiasi o parte dello spirito di prima; quando sento “ho dei vestiti nell’armadio, ma tanto ora… che li tengo a fare non lo so” mi viene da vomitare; come, quando li usi!? Per le stesse serate per cui li usavi prima, no?!
Io non sono perfetta, ma credo di aver tanto potenziale da usare; e tale potenziale non può essere sfruttato a pieno se quel bel sentimento che si chiama vanità non fosse espresso al 100%.
Io ho trovato moltissimi stratagemmi affinché la mia vanità non fosse mai annullata dalla mia genitorialità, come trovare il modo di non avere tute a casa, ma leggings oppure resistere a quella comodità che chiamerei scarpadaginnastica optando per un semiscomodo tacco da giorno; le possibilità sono infinite.
Un’altra cosa importantissima da non sottovalutare, anzi, da tenere sempre sotto controllo, è il nostro senso di colpa…
Se esci ti senti in colpa
Se bevi ti senti in colpa
Se fumi ti senti in colpa
Se pomici con la lingua ti senti in colpa
E che palle però, sono madre una dissociata sociopatica depressa!
La scelta di avere un figlio cambia per sempre la nostra vita, ma questo non vuol dire cambiare le nostre emozioni, dovrebbe in caso donarcele delle altre; avete mai pensato a guardarvi con gli occhi del vostro compagno? Come reagireste se la persona che amate, con cui avete dei progetti (pensati da entrambi), cambi d’improvviso e cancelli tutte le vostre chiacchierate e i vostri desideri espressi stesi su un prato nel ’98?
Un figlio è una gioia, ma non deve esserlo solo per i vostri stimoli ad un’alimentazione più sana e per una vita più regolare, deve invece influire per il vostro intimo, perché si possa dire al vostro specchio “sono una buona madre e un’ottima compagna e lo sono perché in primis mi amo alla follia”.
La vanità ci rende quelle che siamo e cioè donne, e ogni donna oltre ad essere multitasking e bla bla bla è anche in grado di muovere pianeti con la sua grazia e la sua arguzia.
Vi ricordate Didone? Una grande donna… o Penelope? O tutte le altre grandi donne della mitologia greca e latina? Ecco, loro non hanno conquistato col sangue, non hanno organizzato guerre infinite, non si sporcavano col nemico, per loro la sorte aveva pensato a ben altri progetti; sapevano che utilizzare gli stessi mezzi degli uomini sarebbe stato sbagliato, che riuscire nei propri scopi sarebbe stato efficace concentrandosi su ciò che ogni donna ha, e indovinate un po’? la vanità la fa da padrona, sempre.
Ecco perché sbianco quando guardo vecchie foto dove cortei di femministe agivano come scimmie che imitavano gli uomini.
Ma non si poteva fare altrimenti, non potevamo tirare fuori gli stessi identici ideali con altre modalità?
Per forza col linguaggio degli uomini dovevamo agire?
La diversità di genere è fondamentale, come fondamentale è ricordarsi da dove veniamo, e se da qualche manciata di anni il genere umano si è arrogato il diritto di riempire questo pianeta di spazzature che chiama “modernità”, non dimentichiamoci come i bisogni primordiali siano altrettanto fondamentali.
In sostanza, ok che piangi perché senti il battito di tuo figlio, ma poi perché fare l’amore scala all’ultimo posto delle cose urgenti scendendo miseramente dopo la spesa del sabato mattina?
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