La piccola Wendy
Ci sono storie dolorose, drammatiche eppure dolcissime e bellissime al contempo. Un incontro casuale, e un’esperienza unica e intensa. Noi che diamo per scontato la vita, noi che ci affliggiamo per le cose materiali, senza renderci conto che ogni nuovo giorno è un dono. Leggete queste parole e il vostro cuore scoppierà in lacrime.
” Ciao” disse la bimba sorridendomi, ed alzando verso di me due bellissimi occhi blu come il mare a due passi. Stavo camminando su quella lunghissima spiaggia quando feci quell’incontro.
La piccola stava costruendo un castello di sabbia, e mi fermai.
“Cosa stai facendo?” chiesi.
“Ma, di preciso non lo so,” – rispose la bambina – “mi piace sentire la sabbia.” continuò sempre sorridendo.
Qualche gabbiano sorvolava la spiaggia, mentre alcune torce illuminavano lo sfondo della baia. ” La mamma dice che le torce portano gioia” proseguì la bambina, e la salutai per continuare a camminare.
Era un momento difficile, mi sentivo depressa, nervosa. ” Come ti chiami” – riprese la piccola – “Ruth – risposi – Ruth Petersen.”
” Io sono Wendy “ – riprese – ed ho sei anni. ” Sei divertente” – continuò e si mise a ridere.
“Anche tu lo sei – ammisi. “ Torna signora P, cosi avremo un altro bel giorno insieme ” disse.
I giorni seguenti, come sempre, furono pieni di impegni, stress, la malattia di mia madre… Così decisi di tornare a cercare un momento di pace, e tornai verso la spiaggia.
Non pensavo alla bambina incontrata qualche tempo prima, quando, sobbalzai sentendo una voce allegra che mi chiedeva: ” Ciao, vuoi giocare?” Mi venne un sorriso spontaneo, e dissi: “Si, scegli tu!”
“E i tuoi castelli?” – chiesi. Lei rise. “Possiamo camminare un poco – proposi- “Dove abiti ? ” – domandai – “Lì” – rispose, indicando una fila di case a schiera, solitamente abitate durante il periodo di vacanze.
“E dove vai a scuola? “ – chiesi ancora – “Adesso non vado, con la mamma siamo ancora in vacanza “ rispose Wendy.
La piccola continuò a parlare mentre camminavamo.
Mi sentivo meglio dopo quella passeggiata e quel secondo incontro. Salutai Wendy e tornai a casa.
Tre settimane dopo mia madre morì. Avevo bisogno di silenzio e tornai in spiaggia. Vidi in lontananza la piccola, ma volevo stare sola. Lei mi corse incontro, appariva più pallida. La affrontai con fretta, lei però mi chiese ” Cosa è successo” ?
“È morta mia madre.” – risposi – ” Mi dispiace – disse guardandomi- non è una bella giornata allora “ . Pensai un secondo al perché stessi raccontando questo alla bambina che ingenuamente riprese ” Ha avuto male?”
“Un po’ “ risposi e me ne andai, quasi bruscamente. Dopo qualche giorno ritornai sulla spiaggia. Mi aspettavo di incontrare di nuovo Wendy, ma non la vidi.
Sentii che mi mancava, così mi diressi verso il gruppo di casette che mi aveva indicato. Vidi una luce e suonai. “Sono Ruth Petersen – dissi alla donna che mi aprì – Cercavo Wendy, ormai siamo come amiche” dissi.
“Oh, signora Petersen – disse la mamma della bambina – entri. Wendy mi ha parlato di lei, spero non le abbia dato fastidio durante i vostri incontri.”
“Niente affatto” – risposi – dov’è ora?
La donna abbassò un poco lo sguardo, poi disse ” È morta la settimana scorsa”. Aveva la leucemia, e purtroppo dopo un momento in cui sembrava potesse riprendersi, ci ha lasciati”.
La donna quindi si alzò e si diresse verso un cassetto. Estrasse una busta, con scritto per Mrs P. All’interno un disegno con colori luminosi, il mare, un castello di sabbia, un gabbiano in volo.
Le lacrime cominciarono a scendere e abbracciai quella donna, cercando, nell’abbraccio, anche il sorriso di Wendy, così come me lo vidi la prima volta sulla spiaggia.
Portai con me quel disegno, che tengo gelosamente sopra la mia scrivania, a ricordarmi che ogni momento della vita può portare un raggio di sole, un sorriso, un incontro.
Non dimenticate mai di rispondere ad un saluto o un sorriso, non sapete cosa potrebbe riservarvi.