Beppe Grillo alla prostituta di Pompei: "Signora, lavori su internet"
Si può sopperire ai problemi del paese trovando escamotage e soluzioni dettate dalla rete?
“Lei deve essere più curiosa”. Con questa frase Beppe Grillo in visita agli scavi archeologici di Pompei invita una prostituta (Elisa) ad avvicinarsi al web come utile mezzo di intermediazione tra la domanda-offerta del sesso di strada. Nel video, alle richieste della prostituta se il governo avesse intenzione di riaprire le case chiuse, il leader del Movimento 5 Stelle suggerisce di aggirare i pericoli della strada attraverso il web, con siti di incontri che facciano da intermediazione domanda-offerta e filtro tra cliente e prostituta.
Alla ficcante osservazione della prostituta di voler però pagare le tasse (come in un’occupazione regolare riconosciuta dalla legge) Grillo non sa come rispondere.
La politica del Movimento 5 Stelle ha sempre fatto della rete un baluardo della propria professata democrazia e trasparenza, invocata per molti dei loro punti programmatici e spesso proposta come panacea per tante (forse troppe) situazioni e problematiche a cui la politica istituzionale non è stata in grado di rispondere.
Il caso della prostituta di Pompei mi fa pensare se alla domanda sugli interminabili tempi di attesa del servizio sanitario pubblico Beppe Grillo o i suoi followers potranno mai arrivare a consigliare una ricerchina su internet di auto diagnosi. “La prima gastroscopia è disponibile tra tre mesi? Signora intanto cerchi su google “bruciore di stomaco” e vedrà che troverà nozioni utili ed interessanti”.
Internet ha rivoluzionato molti aspetti della nostra vita ma non può essere l’oracolo da interpellare per ogni tipo di problema e da cui aspettarsi risposte altrimenti si crea incomprensione, nei ruoli di ciascuno, dalle istituzioni al privato cittadino.
E le incomprensioni su chi faccia cosa in un rapporto che funzioni, la prostituta Vassilissa di Mediterrano docet, vanno sempre chiarite.