Ultimate Warrior è morto, icona del wrestling americano e della mia infanzia
Deceduto da poche ora per ragioni sconosciute era tra i primi e più amati wrestler degli anni '80
Ultimate warrior è morto.
James Brian Hellwig, noto al mondo come Ultimate Warrior ha lasciato questa terra all’età di 54 anni portando via con sé una delle immagini della mia infanzia.
Da bambina guardavo il wrestling, il pomeriggio in tv dopo (e mai prima) aver fatto i compiti. Era divertente, uno spettacolo colorato, un circo in cui gli animali stavano su due zampe e non si facevano mai male per davvero. Ultimate warrior era il mio preferito. Dopo una vita di wrestling e urla sul ring, proprio da poco James Brian Hellwig era stato aggiunto alla WWE Walk of fame come Ultimate warrior. Era uno di poche parole e molti fatti, a differenza di altri wrestler famosi in quegli anni come Hulk Hogan, Macho Man o The Undertaker, una volta nell’arena non si lanciava in discorsi o colorite minacce verso l’avversario ma si lasciava andare ad una danza tribale.
Si agganciava alle corde del ring e le scuoteva con impeto, si batteva il petto come un gorilla, si prodigava in smorfie e urla alla Tarzan come un guerriero tribale facendo parlare i suoi muscoli, i laccetti colorati che aveva attorno ai bicipiti e gli stivali con le frange che ricordavano tanto un tepee indiano quanto il glam della disco music di fine anni ’70.
Quando i fasti dell’haka neozelandese erano ancora lontani e appannaggio di pochi illuminati noi bambini mainstream degli anni ’80 avevamo le urla di Ultimate Warrior a rappresentarci come un guerriero si prepara alla morte, seppur fintamente agonistica.
Non si conoscono ancora le cause del decesso di James Brian Hellwig ma mi piace pensare che Ultimate Warrior continuerà a vivere nel ricordo di chi l’ha seguito, oltre che nelle sue action figure.
Un ricordo d’infanzia in cui tutto sembrava possibile, anche vedere un colorato e muscoloso bambolotto di carne umana che si agitava sul ring, capace di vincere o perdere ma mai uccidere, mai morire sul serio.