Pasqua 2018, Enpa chiede di non mangiare carne di agnello
Poveri piccoli cuccioli!
Ogni anno a Pasqua moltissimi cuccioli vengono uccisi per essere portati sulle tavole italiane, come vuole la tradizione. Un’abitudine dura a morire e scusate il gioco di parole. L‘Enpa, l’Ente Nazionale Protezione Animali, ribadisce il suo impegno a evitare che dei poveri cuccioli vengano uccisi in favore della tradizione gastronomica del nostro paese. Rinunciare all’agnello pasquale, optando per un’alimentazione diversa, meno cruenta e più sana, è da tempo uno degli obiettivi principali dell’Enpa.
Fino al 2 aprile l’Enpa diffonde la campagna “Pasqua Buona?”, un progetto di sensibilizzazione che presenta l’immagine di due cuccioli di specie diversa che si guardano con sguardo tenero, mettendo a confronto similarità e differenze: entrambi sono cuccioli, sono bambini, ma con possibilità di crescita diversi.
“Un messaggio che mira ad aumentare la consapevolezza di quanto si cela dietro all’agnello che finisce sulle nostre tavole. Speriamo di essere riusciti, con questa creatività, ad affrontare questo tema, delicato e controverso, senza cadere nel fanatismo“, queste le parole dell’Enpa.
Sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema tanto delicato è di fondamentale importanza, perché lavorando tutti insieme si può sperare in un progresso civile che nella nostra società possa difendere e tutelare tutti, anche i più deboli, anche coloro che non hanno possibilità di far sentire la loro voce.
L’Enpa chiede di rinunciare alla carne di agnello, per evitare l’uccisione di cuccioli che hanno pochissimi mesi di vita, che vengono strappati prematuramente alle loro modi per andare verso i mattatoi dopo viaggi spossanti, dove vengono uccisi davanti agli occhi smarriti dei fratellini. L’uccisione di un animale causa sempre sofferenza negli animali.
Negli ultimi anni c’è stata una leggera flessione nelle macellazioni, ma i numeri continuano a essere molto alti!