Dopo essere stata imprigionata da un pazzo, un cellulare le salva la vita
Ecco la storia di questa ragazzina!
I genitori di Elizabeth Shoaf, una ragazzina di 14 anni, hanno vissuto l’incubo peggiore: non avere più notizie della propria figlia per 10 giorni. Per fortuna, però, la ragazzina era molto intelligente e furba e non si è arresa, nonostante fosse incappata in una situazione allucinante, dalla quale uscire sembrava praticamente impossibile.
Nel 2006 Elizabeth stava tornando a casa da scuola, quando un uomo, spacciandosi per agente di polizia, le si avvicinò dichiarandola in arresto. Era in divisa e la ragazzina gli credette. La ammanettò e la condusse nel bosco. L’uomo però non era un poliziotto. Vinson Filyaw, 36 anni, era un operaio edile disoccupato in cerca di qualcuno da catturare e torturare. Non viveva lontano dalla ragazzina, che era il suo obiettivo perfetto. La ragazzina non ha opposto resistenza, perché pensava fosse un vero poliziotto.
Le aveva persino detto che già il fratello 12enne era stato arrestato, per qualcosa che aveva a che fare con la marijuana. Elizabeth cominciò a insospettirsi quando l’uomo la portò nel bosco, lontano dalla strada, facendole domande assurde, come se avesse un cellulare e se fosse vergine. L’uomo la portò lontana nel bosco, dove nessuno avrebbe potuto trovarla. La nascose per 10 giorni in un bunker, in una botola che conduceva in una tana sotterranea.
L’uomo aveva una cintura con le pistole, un fucile e un Taser, non poteva fare nulla di sciocco. Vinson le chiese di spogliarsi e la violentò. Divenne una cosa comune, più di due volte al giorno. La ragazzina fu tenuta in quel nascondiglio nuda e incatenata per 10 giorni. Pensava di morire! C’era anche un piccolo televisore, che dava proprio le notizie della sua scomparsa. Tutti pensavano fosse scappata, ma lei era stata rapita. Nessuno sapeva dove cercarla. Eppure molte volte i volontari sono passati sopra la sua botola.
Ma lei non poteva parlare, lui glielo avrebbe impedito. Elizabeth pensò anche di uccidere quell’uomo e una notte ci provò mentre dormiva, ma non ci riuscì a causa del grilletto inceppato. Poi le venne in mente un’idea: Se non puoi combatterli, unisciti a loro. E se si fosse finta innamorata di lui? Cominciò a fare tutto quello che le diceva di fare. Lo ha fatto anche se le dava disgusto.
E funzionò: l’uomo cominciò a portare spesso fuori Elizabeth dalla tana e lei cominciò a lasciare tracce. Poi notò il telefono di Vinson. Era rischioso, ma quale altra via di fuga aveva? Quando dormiva provava a inviare dei messaggi, ma mancava sempre il segnale. Una notte lui la trovò con il cellulare, ma lei disse che stava giocando.
Una notte mentre dormiva, ebbe il coraggio di salire le scale, aprire il portello e inviare il messaggio.
Ma niente da fare. O almeno così pensò lei. In realtà il messaggio arrivò alla mamma che si ritrovò questo testo da un numero sconosciuto: “Ehi mamma, sono Lizzie, sono in un buco”.
La mamma sapeva che era lei, perché la chiamava sempre Lizzie. Le autorità pensavano fosse uno scherzo, ma la mamma sapeva che era sua figlia. Così lo sceriffo lavorò con dei tecnici per capire da dove era arrivato quel messaggio.
Vinson Filyaw era già noto alle autorità, che perquisirono la sua casa, non trovando Elizabeth. Intanto i notiziari parlarono a lungo di questa scoperta. La mamma di Lizzie era preoccupata che Vinson potesse fare qualcosa di brutto, invece lui si spaventò. La ragazzina, furba, gli disse di fare le valigie e andarsene per salvarsi, perché lei non voleva che venisse arrestato. L’uomo scappò via nella notte ed Elizabeth poté uscire dal bunker.
Cominciò a urlare e per fortuna c’erano dei volontari che la cercavano proprio in zona.
La ragazzina cadde a terra e iniziò a piangere! Era salva!
Vinson era ancora in fuga, ma si imbattè in una donna di nome Jennifer Lynn, cercando di rubarle l’auto.
Lei lo riconobbe e ha cominciò a insultarlo.
Lui scappò via, mentre lei chiamava i poliziotti che poco dopo lo hanno fermato.
Vinson si è dichiarato colpevole di tutte le 17 accuse, tra le quali stupro e rapimento, non solo di Elizabeth, ma anche di un’altra ragazzina. Non ha mostrato pentimento.
I giudici lo hanno condannato a 421 anni di carcere!