Brescia: giovane dona sgozzata dal padre e dal fratello

Un’altra donna muore per mano degli uomini: stavolta è il turno di Sana Cheema, venticinquenne pakistana che viveva a Brescia. Una vicenda terribile che ricorda molto quella di Hina Saleem, la diciannovenne uccisa nell’agosto del 2006 dal padre e dai cognati perché voleva vivere all’occidentale.

Come Hina, anche Sana aveva una “grande colpa”: quella di voler vivere come una normale ragazza italiana. Si era innamorata di un ragazzo e avrebbe voluto sposarlo. Una cosa impossibile per la sua famiglia, di origini pakistane. I suoi la volevano far sposare con un pakistano e avevano anche scelto il suo futuro marito. Una donna che li conosceva racconta che il padre, una volta, le fece vedere la foto del prescelto. Ma Sana non voleva. Si era diplomata e, anche se nessuno aveva festeggiato i suoi risultati a scuola, era fiera di quello che aveva fatto. La ragazza lavorava per un’autoscuola di via Milano e aveva deciso di andare, 2 mesi fa, a trovare i suoi familiari in Pakistan, nel distretto Gujrat. È stato un viaggio di sola andata. Una volta arrivata lì hanno probabilmente provato a convincerla a sposare l’uomo scelto per lei e, davanti al suo rifiuto, l’hanno ammazzata. Secondo la polizia, a sgozzare Sana sono stati suo padre e il fratello ad uccidere Sana e si è trattato di un “delitto d’onore”. La ragazza aveva disonorato la famiglia e doveva morire, secondo loro. A riportare la notizia è il Giornale di Brescia. le autorità italiane ancora non commentano la vicenda. I due, padre e figlio, sono stati arrestati dalla polizia pakistana.

Quante donne ancora dovranno morire? Quante vite spezzate per mano di quelli che avrebbero dovuto amarle e prendersi cura di loro?

Quale meccanismo perverso scatta nella mente di un uomo per farlo agire così e togliere la vita alla propria figlia?

E Sana, purtroppo, non è l’unica a morire così: ogni giorno, altre come lei, muoiono per mano di padri padroni, fratelli, mariti o pretendenti respinti.

Dobbiamo fermare questi femminicidi.

R.I.P. Sana!