L'alfa papà: quando un uomo deve fare la mamma
In un mondo in cui le figure di riferimento genitoriali sono cambiate, cosa succede al maschio alfa quando deve svolgere, magari dopo una separazione, anche il ruolo di mamma?
Questa estate, tra un cruciverba e un Campari, ho letto il libro della psicostar Massimo Recalcati “Il complesso di Telemaco”.
Lo psicanalista Lacaniano analizza il rapporto padre-figlio, andando al di là del conflitto generazionale (complesso di Edipo) o dell’affermazione autoreferenziale (Narcisismo) e individua nella genitorialità di oggi una terza via.
Analizzando il complesso di Telemaco, il figlio di Ulisse che attende il ritorno del padre e prega affinché sia ristabilita nella sua casa invasa dai Proci la Legge, ci parla di come sia possibile crescere senza conflitto nè riconoscimento,con una figura paterna “evaporata”.
Recalcati, parte dall’analisi del soggetto del film “Habemus papam” di Nanni Moretti, emblematica metafora del padre (il papa) che non si sente all’altezza del suo ruolo ed evapora, lasciando i suoi figli-Telemaco (i fedeli)senza riferimento.
Penso alla generazione dei padri di oggi e alla loro rappresentazione, penso al Libro di Michele Serra “Gli sdraiati” o alla figura paterna nel film “Scialla”. Figure paterne che, non avendo risolto per primi i loro complessi, finiscono per essere spettatori inermi o complici dei loro figli.
Tuttavia penso che, tutto questo stravolgimento di ruoli abbia anche creato un interessante rovescio della medaglia.
Cosa succede al maschio-alfa quando si ritrova, dopo una separazione per esempio, a dover svolgere anche il ruolo di madre?
Accade che, finalmente, si sente libero di tirare fuori quella parte che non è mai riuscito a esprimere con la propria compagna o con la propria famiglia.
Autoalimentando il proprio ego con lo stereotipo di se stesso, questa tipologia di uomo ha sempre trattato le proprie emozioni come fossero qualcosa di denigrante che potesse minare il proprio status di predatore e ha evitato accuratamente il contatto con qualsiasi cosa potesse generargli sofferenza.
Finalmente libero da questo clique, il padre-alfa mette in scena con il proprio figlio, soprattutto se di sesso femminile, un’ espiazione e si abbandona a tenerezza e dialogo strumenti mai utilizzati con il propri patner.
Uomini che non devono chiedere mai disposti a chiedere anche scusa.
Uomini che non avrebbero mai rinunciato a nulla, pronti a qualsiasi sacrificio per il loro figlio.
Perchè?
Perche i figli ti amano in maniera incondizionata e il loro desiderio di essere compresi non offre alternativa.
“Devi amarmi perche io senza di te non vado da nessuna parte, non sopravvivo”.
Una sottomissione che sa di miele ma che è più efficace di ogni richiesta femminile.
Troppo orgogliose, indipendenti e esigenti, noi donne abbiamo smesso, di comunicare al maschio-alfa il nostro bisogno incondizionato di vivere alla sua destra.
Siamo diventate una provocazione che mina la sua affermazione incondizionata.
Un figlio è la sua nuova occasione di affermazione.
In attesa di un’altra donna che possa fare lo stesso.
O di una via di mezzo.
Una venticinquenne.