Giuseppe, morto al Policlinico Umberto I
Giuseppe Esposito, 20 anni, di Napoli, era ricoverato presso il Policlinico Umberto I di Roma dal 5 maggio. Era malato di fibrosi cistica toracica ed era in attesa di un trapianto di polmoni, che la malattia gli aveva ridotto praticamente ad un ammasso pietrificato dal muco. Aveva scelto Roma, assieme ai suoi genitori, perché a Roma vive la sorella maggiore e proprio quest’ultima aveva caldeggiato il ricovero all’Umberto I, in quanto ritenuto centro d’eccellenza per la cura della malattia di Giuseppe. Il giovane è stato dichiarato morto la mattina del 17 maggio.
La sera prima c’era stato un intenso scambio di SMS con la mamma, alla quale, seppur confusamente dato lo stato di sofferenza, chiedeva disperatamente aiuto. -MI STANNO UCCIDENDO- -AIUTAMI- -DENUNCIALI TUTTI- questi quelli più significativi inviati da Giuseppe nelle sue ultime, drammatiche ore.
Questa la testimonianza della sorella Michela rilasciata a IL TEMPO : “Giuseppe ha inviato un messaggio a mia madre chiedendo di denunciare tutti, che lo stavano uccidendo. Ci siamo precipitati in ospedale e abbiamo appurato che i sanitari stavano effettuando le cure e che il problema era legato al macchinario, l’Ecmo che serve per abbassare il livello di anidride carbonica nel sangue, a cui doveva essere sostituito il filtro”.
Prosegue nel racconto Michela: ” Mio fratello era lucido e vigile”, ha spiegato, “ma dopo avere effettuato la tracheotomia, a partire dalla sera di domenica 13 maggio le sue condizioni sono cominciate a peggiorare. Poi dopo pochi giorni ci hanno informati che la situazione era drammaticamente precipitata: ci hanno fatto entrare nel reparto e alle 7.20 è stata dichiarata la morte di Giuseppe.
Dopo la denuncia dei familiari, la procura di Roma ha aperto un fascicolo per capire le cause del decesso. Il pm Roberto Felici ha disposto l’autopsia e il sequestro del macchinario dove era attaccato Giuseppe, il suo cellulare e la cartella clinica.