L’appello di Dragana

C’è un dibattito che accomuna la maggior parte dei genitori, cioè i vaccini. Non tutti sono a favore, ammettono che hanno più effetti collaterali, che vantaggi. Per questo motivo oggi abbiamo deciso di raccontarvi la storia di una mamma, chiamata Dragana Petrovic. Tutti dovrebbero leggere quello che le è accaduto.

Tutto è iniziato quando alla sua bambina, Nadja, è stata diagnosticata l’ipocalcemia, che sarebbe l’aumento di livello nel calcio nel sangue ed è una malattia causata principalmente dalla mancanza di vitamina D. Proprio per questo, hanno passato molto tempo dentro gli ospedali. Viste le sue condizioni, Nadja non poteva essere vaccinata, come i bambini normali. Così era in grave pericolo. Poteva prendere la rosolia, il morbillo e la parotite. Purtroppo, però, quando è stata ricoverata, i medici hanno fatto un grave errore. Nella sua stanza, hanno messo un ragazzino con il morbillo e lei, essendo molto sensibile, ha preso questa malattia. Dragana ha raccontato: “Nadja si stava stancando, respirava a malapena, il naso e la bocca sanguinavano ed erano anche blu. La sera è stata ricoverata in terapia intensiva ed alle quattro di quella notte è stata intubata a causa di una improvvisa desaturazione, cioè una caduta di pressione ed un infarto. Sono state prese misure di rianimazione e Nadja è sopravvissuta.” Per tre mesi, la bambina ha lottato molto per la sua vita, però, alla fine di aprile, il suo cuore ha smesso di battere. Ora, la madre vuole assicurarsi che la morte di sua figlia non sia stata vana e vuole che tutti facciano il vaccino ai loro bambini.

Infatti ha detto: “Ho condiviso la mia storia, per educare tutti genitori che hanno dubbi sulle vaccinazioni. Ogni bambino ha il diritto di essere protetto dalle malattie infettive. Nadja è stata una vittima, rinunciando alla propria vita, per mostrare come questa innocua malattia infantile possa mettere in pericolo la vita.

Ora tocca a voi condividere la sua storia in modo che nessuno soffra come lei. Il mio angelo mi ha lasciato troppo presto, ma combatterò, così nessuno possa mai dimenticare e passare quello che ho passato io!”

Di storie del genere non ne vorremmo mai parlare, ma tutti devono essere consapevoli di tutto questo.

Aiutateci a diffondere l’appello di questa mamma, condividete!